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JESI «All’ospedale Carlo Urbani, ora che il Covid ha mollato in parte la morsa, sono state riaperte tutte le attività e il piano ferie non prevede alcuna drastica riduzione di posti letto, che sono stati mantenuti praticamente tutti». Così il direttore d’Area Vasta 2 Giovanni Guidi alla commissione consiliare del Comune convocata sul tema. «Da settembre - aggiunge Guidi - contiamo possano essere riattivati anche tutti i posti letto di reumatologia».
Quanto ai numeri, è Stefania Mancinelli, direttrice medica di presidio, a fare il punto: «Abbiamo riaperto 233 posti letto su una media di 250-260 che per questioni d’organico non raggiungevamo da tempo». Proprio sulle criticità sul piano del personale, in una audizione alla quale hanno preso parte anche medici e primari, si sono concentrati gli interventi. «Il problema maggiore riguarda la disponibilità di anestesisti in tutta l’Area Vasta 2 e nell’intera regione.
Prossima tappa, dice Mancinelli: «Ripristinare le attività chirurgiche a pieno regime. Sono quelle sulle quali più ha inciso l’emergenza Covid. Hanno subito una estrema penalizzazione ma non sono mai state interrotte. Se gli interventi non procrastinabili, di classe A, sono tutti stati eseguiti, dando risposte anche a pazienti di Torrette e dell’area Ancona sud, sono fra i 200 e i 300 gli interventi di classe B per cui trovare una soluzione. Mi auguro di riaprire presto la chirurgia breve del day surgery».
Conferma il primario di chirurgia Roberto Campagnacci: «Le classi non differibili di interventi oncologici e traumatologici hanno avuto priorità ma anche le altre sono via via diventate meno differibili per patologie che limitano vita personale e professionale».
Il dottor Marco Candela, responsabile di medicina per l’Area Vasta 2, si unisce all’appello di Pirani per «ripristinare prima possibile il servizio di guardia notturna radiologica. Durante il Covid hanno patito sofferenze anche i servizi diagnostici». Per il dottor Rocco Politano, ortopedia, «fondamentale ripartire col day surgery». Il dottor Tonino Bernacconi, terapia intensiva, rimarca: «L’ultimo anno e mezzo ha fatto capire ai nostri dirigenti la necessità di un numero adeguato di colleghi. Una grossa attività la sta facendo anche il punto nascita, terzo della regione: 850 parti nel 2019, 831 nel 2020». Quanto alle zanzare all’Urbani, Mancinelli dice: «Ci siamo spinti, per la parte igienico-sanitaria, anche oltre la prassi. Di più non è possibile. Il problema persiste nonostante interventi periodici, probabilmente per problematiche strutturali».
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Corriere Adriatico