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JESI - Appuntamento oggi, nel quartiere generale della IMR Industries di Carate Brianza: dal confronto, fra i responsabili del gruppo intenzionato ad acquisire lo stabilimento di via Roncaglia - e ad assumerne i lavoratori - e la delegazione sindacale in rappresentanza delle maestranze di quella che è avviata a diventare la ex Caterpillar, si apre un secondo e distinto tavolo sul futuro del sito che occupava, al 10 dicembre, circa 260 persone.
Il primo tavolo è quello al quale siedono Caterpillar e IMR per trattare la cessione. Per l’accordo definitivo ci sono 15 giorni, quelli della proroga al 10 marzo della procedura di mobilità avviata dalla multinazionale. «Confronto autonomo e distinto, quello con IMR che coinvolge noi – dice Maurizio Gabrielli, responsabile territoriale Fiom Cgil – avremo un primo incontro per iniziare a conoscere e capire le intenzioni di chi vuol subentrare nei confronti dei lavoratori.
Al Mise si dovrà tornare entro il 10 marzo: definito l’accordo, e se è vero che Caterpillar è determinata a lasciare Jesi il prossimo mese, potrebbe partire presto il percorso di riconversione di fabbrica, macchinari e maestranze. La Regione interverrà con risorse per formare e preparare lavoratrici e lavoratori. In via Roncaglia resta il presidio, all’interno ripresa graduale della produzione.
Intanto fioccano le reazioni. La Lega del Ministro allo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti dice di avere «senza clamori, ma con costanza ed efficacia, consentito alla Regione Marche di vincere la battaglia». Per il capogruppo Pd in Consiglio regionale Maurizio Mangialardi: «Nuova fase, resa possibile anzitutto dalla determinazione con cui lavoratori e rappresentanze sindacali hanno resistito. Resta molto da fare». Per il capogruppo FdI Carlo Ciccioli: «Occorre fare una serie di riflessioni. Inaccettabile l’atteggiamento sprezzante della multinazionale, lavoratori e territorio sono stati “usati” per anni e poi scartati quali rifiuti, buttati via. Solo la fermezza di sindacati, presidente Acquaroli e assessore Aguzzi, ha rappresentato un argine all’arroganza».
Ieri nuova tappa per un’altra vertenza, che riguarda la chiusura della sede jesina di Liomatic: 40 lavoratori diretti coinvolti. «Abbiamo avuto un nuovo incontro con l’azienda da remoto - dice Carlo Cotichelli, Filcams Cgil Ancona - le distanze continuano ad essere molto forti ma, su richiesta aziendale, abbiamo condiviso un’altra data di incontro il 25 febbraio. Le iniziative di mobilitazione restano sospese, ci riserviamo una valutazione finale venerdì assieme all’assemblea dei lavoratori chiamata a dare un giudizio complessivo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico