Franco Pesaresi, dimissioni lampo da presidente dell’Assemblea Pd

Franco Pesaresi, dimissioni lampo da presidente dell’Assemblea Pd
JESI  - Dimissioni lampo dalla carica di presidente dell’Assemblea provinciale del Pd per Franco Pesaresi. Il direttore dell’Azienda Servizi alla Persona,...

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JESI  - Dimissioni lampo dalla carica di presidente dell’Assemblea provinciale del Pd per Franco Pesaresi. Il direttore dell’Azienda Servizi alla Persona, soggetto gestore dei servizi sociali per quello di Jesi e per altri venti Comuni dell’Ambito IX, era infatti stato eletto all’unanimità lo scorso 3 aprile.

 

Una scelta caduta su una figura “super partes” nel confronto interno ai dem, per un incarico inizialmente accettato da Pesaresi. In seguito però, le quasi immediate dimissioni, per motivi di opportunità. Motivi emersi nel considerare la coesistenza fra, da un lato, il compito di tecnico alla direzione dell’Asp e del servizio che questa svolge per Comuni e amministrazioni dai differenti segni politici e, dall’altro, l’incarico in seno all’Assemblea provinciale dem, per quanto in un ruolo non di indirizzo politico.

Dal Cda dell’Asp, Pesaresi è stato confermato un anno fa, per un ulteriore triennio, nell’incarico di direttore dell’Azienda, ricoperto dal 2012. Da allora si è sempre visto rinnovare la fiducia, «anche in virtù – evidenziava l’Azienda stessa - di oggettivi risultati che hanno contribuito a fare dell’Asp Ambito 9 quel modello di gestione dei servizi sociali che viene riconosciuto come eccellenza a livello regionale e nazionale». Una direzione, quella di Pesaresi, passata attraverso le presidenze di Paolo Cingolani, Sergio Mosconi, Paola Lenti e Matteo Marasca in anni in cui l’Asp, idea partorita negli anni d’amministrazione del centrosinistra e fatta marciare nei due mandati di governo delle “civiche” guidate da Massimo Bacci, si è riempita di contenuto.

«Dal 2012 - ha ricordato Pesaresi nel decennale – la crescita è stata costante: nelle risorse passate da 7,8 milioni ai 26,5 di quest’anno, nei servizi ampliati nel numero e nella platea dei beneficiari oggi arrivata a 7 mila, nel personale con 69 dipendenti e quasi 600 occupati tra le cooperative coinvolte».

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Corriere Adriatico