Si sventola con un simbolo fascista durante una diretta della commissione: bufera sulla consigliera di JesiAmo

Si sventola con un tappetino fascista durante una diretta della commissione: bufera sulla consigliera di JesiAmo
JESI  - Un mouse pad con l’immagine della bandiera tricolore con l’aquila nera simbolo della Repubblica di Salò, soffiato via da sotto al mouse nello...

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JESI  - Un mouse pad con l’immagine della bandiera tricolore con l’aquila nera simbolo della Repubblica di Salò, soffiato via da sotto al mouse nello studio di casa, per essere utilizzato come un improvvisato ventaglio contro la calura di un pomeriggio estivo.

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Non fosse che, il gesto - per quanto naturale - è apparso incauto, forse addirittura provocatorio, poiché compiuto durante una diretta della Commissione consiliare. Al centro di una polemica gonfiatasi a dismisura, la consigliera Chiara Cercaci (JesiAmo), accusata da “Jesi in Comune” addirittura di “neofascismo” e bersagliata dagli haters sui social. “L’incidente”, durante i lavori della Commissione 3 su gestione del territorio, urbanistica, lavori pubblici. 


«La commissione tre che si è riunita martedì sera da remoto ha visto la partecipazione della consigliera comunale Chiara Cercaci che ha agitato davanti allo schermo una bandiera tricolore con l’aquila nera, simbolo della repubblica di Salò – scrive il segretario di Jesi in Comune Filippo Cingolani – ad avercelo fatto notare sono stati alcuni cittadini che hanno seguito la diretta, anche per questo quanto accaduto è ancor più grave. Simbolo del regime voluto dalla Germania di Hitler e governato da Benito Mussolini è una chiara provocazione dell’estrema destra. Non ci stupisce l’atteggiamento della consigliera Cercaci, che era già andata in brodo di giuggiole per la scritta fascista all’anagrafe cittadina, ma in quella maggioranza che si è sempre vantata di non avere colore politico non c’è davvero nessuno che ha un rigurgito democratico? Quella bandiera è un riferimento al fascismo che arriva nemmeno dieci giorni dopo la commemorazione della Liberazione di Jesi, il 20 luglio scorso. Ora chiediamo provvedimenti». Da parte sua, la consigliera smorza la polemica. O almeno ci prova, ammettendo la «leggerezza».

«La riunione della commissione era in modalità web – spiega Chiara Cercaci – quindi mi sono collegata dallo studio di mio marito a casa, senza ventilatore né aria condizionata. Era caldissimo e ho afferrato la prima cosa a portata di mano che potesse fungere da ventaglio. Era il mouse pad. Sì, reca l’immagine della bandiera della repubblica di Salò, ma non era una provocazione politica. Non ci ho pensato, perché è un oggetto che fa parte dell’arredamento di casa, un regalo ironico di alcuni amici, di alcuni anni fa e siccome ha una sua utilità, sta lì da un sacco di tempo che ormai non ci facciamo più caso. Se ho urtato la sensibilità di alcuni mi dispiace». 

 

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Corriere Adriatico