Odissea dello studente sul bus, il presidente Atma: «Voglio scusarmi con la madre»

Il capolinea ad Ancona
JESI - «Al di là dei dettagli e delle circostanze di questa vicenda, resta il rammarico mio e del mio collaboratore per quello che è accaduto: un fatto...

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JESI - «Al di là dei dettagli e delle circostanze di questa vicenda, resta il rammarico mio e del mio collaboratore per quello che è accaduto: un fatto increscioso di cui vorrei scusarmi personalmente con la signora». Sono le parole del presidente Atma Muzio Papaveri, che sta cercando di ricostruire cosa è accaduto lunedì mattina sull’autobus della linea “M”, che collega Belvedere Ostrense a Chiaravalle

 

L’apprensione

Il numero uno di Atma vuole capire se quanto denunciato dalla madre di un ragazzino di 15 anni disabile, cui è stato impedito di scendere a scuola portandolo piuttosto in piazza Roma ad Ancona solo perché sprovvisto della carta di identità e della sua esenzione di viaggio, corrisponda al vero. La mamma, ieri, su queste colonne aveva raccontato l’apprensione vissuta mentre il figlio, al telefono, le diceva che lo stavano portando ad Ancona e non sapeva né dove, né perché. Il presidente ha contattato il controllore che avrebbe chiesto al ragazzino documenti e biglietto. «Mi ha assicurato - spiega Papaveri - di non aver compreso che quello studente avesse qualche disabilità (è affetto da ritardo cognitivo e ipoacusia all’orecchio sinistro, ndr). È un collaboratore molto valido e di esperienza, dev’esserci stato qualche fraintendimento e di questo vorrei parlare con la signora, per confrontarci. Mi ha riferito che stava attendendo di ricevere, dalla madre tramite il whatsapp del figlio, la foto del documento di identità del ragazzo. Ma quel documento tardava ad arrivare e lui, oltre a non aver notato la disabilità del giovane non aveva neanche compreso che la fermata della scuola fosse a Chiaravalle. È riuscito a capirlo solo quando il bus era arrivato a Falconara, quindi ha deciso di farlo proseguire fino alla fermata di Ancona. Quando si è reso conto che il ragazzino aveva perso la fermata per la scuola c’è rimasto malissimo». 

Il ruolo 

Anche il controllore sta vivendo questa vicenda molto male. Continua a scusarsi, dicendo di non aver compreso alcune cose e di non aver agito in mala fede. «Ecco perché ci tengo a parlare con la signora e a porgerle le mie, le nostre scuse - conclude Papaveri - al di là della ricostruzione, dei fraintendimenti che possono esserci stati e dei provvedimenti che, nel caso, saranno adottati, resta l’amarezza per un fatto increscioso che non doveva accadere. Il ruolo del controllore, in questo momento storico, è molto delicato poiché ci si trova di fronte a persone di tutti i tipi. Il mio collaboratore avrà voluto fare al meglio il suo lavoro, invece si trova in una vicenda spiacevolissima per cui servono comunque approfondimenti». 

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Corriere Adriatico