Sciopero alle Poste, dipendenti in agitazione: scoppia l’ira degli utenti per i disagi

Sciopero alle Poste, dipendenti in agitazione: scoppia l’ira degli utenti per i disagi
JESI  - Dipendenti in agitazione. Clienti anche di più. Da alcuni giorni negli uffici postali della Vallesina e non solo c’è caos per via dello stato di...

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JESI  - Dipendenti in agitazione. Clienti anche di più. Da alcuni giorni negli uffici postali della Vallesina e non solo c’è caos per via dello stato di agitazione dei lavoratori di Poste Italiane per lo sciopero proclamato da alcune sigle sindacali autonome. Carenza di personale agli sportelli, niente flessibilità degli orari di lavoro che si ripercuotono inevitabilmente sul servizio agli utenti. 


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Sportelli inattivi, due o al massimo tre dipendenti al front office degli uffici per smaltire lunghissime code e a ridosso degli orari di chiusura, utenti che si vendono chiudere lo sportello praticamente in faccia pur avendo atteso per delle ore. «Tornate lunedì», la risposta più frequente, come se fosse semplice ricavare mezza giornata da trascorrere all’ufficio postale in attesa per ritirare una raccomandata, pagare una multa o effettuare il pagamento di una bolletta. Venerdì all’ufficio postale centrale di via Mura Occidentali a Jesi erano operativi solo tre dipendenti, la maggior parte degli sportelli non attivi. Code rimaste bloccate per ore. E il malcontento crescente, perché poi capita che per andare alle Poste si lasci l’auto in sosta e ci ritrovi pure la multa. Da pagare alle Poste. Un circolo vizioso.


Stessa situazione ieri mattina al più decentrato ufficio di Montemarciano, due sole dipendenti, 15 persone in fremente attesa. Almeno in sei quelli che, dopo aver atteso il proprio turno, alle 12,35 si sono visti mandare via perché l’ufficio aveva raggiunto l’orario di chiusura e non c’era disponibilità a smaltire gli utenti che si trovavano già in attesa, perché avrebbe significato lavoro in straordinario. «Siamo in stato di agitazione per via della carenza del personale», dicono dagli sportelli dell’ufficio postale. Ci sono anche dei cartelli apposti all’interno degli uffici che spiegano all’utenza la possibilità di disservizi o lungaggini. Ma a chi ha atteso tutta la mattina per sbrigare una semplice pratica poco fa la spiegazione dell’addetta o un cartello. C’è chi rinuncia, chi sbuffa e se ne va. Un malcontento diffuso e c’è chi minaccia di chiudere il proprio conto bancoposta o rinunciare ai servizi di Poste Italiane spa: «se l’utente è trattato così, che senso ha servirsi alle Poste? Tanto vale cambiare e chiudere conto e postepay». Lo sciopero, indetto a livello nazionale, si protrarrà fino a fine mese. E anche i disagi purtroppo.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico