JESI - Uno scherzo tra amici, una botta che colpisce per sbaglio un punto delicato e un ragazzino di appena quindici anni che si ritrova sul tavolo operatorio per...
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La difesa dell'imputato, rappresentata dall'avv. Giancarlo Catani, ha sollevato dubbi sul nesso causale tra un'eventuale botta arrecata e le gravi lesioni per le quali il ragazzino si fece visitare all'ospedale solo dieci giorni dopo. Il legale aveva chiesto la derubricazione dell'accusa a lesioni colpose e chiesto il proscioglimento immediato del proprio assistito: anche ammettendo che vi fosse stato un colpo, non sarebbe stato volontario bensì fortuito. L'imputato non ricorda se vi sia stato o meno un contatto che possa aver arrecato all'altro ragazzino conseguenze così gravi, di certo sostiene che non lo fece con volontà di fare male. La parte offesa, assistita dall'avv. Marco Torelli, aveva invece raccontato che fu proprio il compagno di scuola ad assestargli un pugno, probabilmente per scherzo, alle parti basse e che da quel giorno, anche se lui tacque per giorni sull'accaduto, accusò dolori sempre più forti. Ora sarà il tribunale ad accertare se vi furono responsabilità e di che tipo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico