JESI - "Ci sono giorni e notti nei quali il pronto soccorso meriterebbe un girone infernale tutto suo: quello dei barellati". ...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
"Eccoli qui i nuovi dannati, persone che sostano anche 36 ore su barelle messe in doppia fila, senza privacy, spesso senza coperte, sempre senza sonno. Accade di vedere parenti che assistono i loro cari contorcersi su una sedia di plastica, e di non poter rispondere alla semplice domanda: 'Lo ricovera?', perchè la risposta sarebbe: 'Sì...sulla barella, signora".
Così, con una lettera aperta al sindaco Massimo Bacci, gli operatori del pronto soccorso di Jesi denunciano la difficile condizione degli utenti e degli addetti al servizio.
"Chi lavora all'inferno - scrivono gli operatori - gestisce come può il piccolo reparto che si è creato in Ps, dovendo occuparsi nel frattempo delle urgenze in acuto. Ma non basta, perchè dobbiamo occuparci anche delle persone in attesa, di chi si altera perchè giustamente o ingiustamente non ne può più. Ma soprattutto passiamo ore al telefono alla ricerca del Sacro Graal dei nostri tempi: il tanto prezioso posto letto, rallentando cosi l'attività principale e creando un circolo vizioso che si alimenta da sè. Non solo non è dignitoso, ma è anche pericoloso. Perchè si rischia di perdere di vista l'essenziale". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico