Sempre più positivi, mille persone in quarantena: incubo Covid finito invece per il vescovo

Sempre più positivi, mille persone in quarantena: incubo Covid finito invece per il vescovo
JESI -  Emergenza Covid, restano drammatici i dati in città e all’ospedale Carlo Urbani. I residenti positivi al virus - ieri 469 con un sensibile aumento...

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JESI -  Emergenza Covid, restano drammatici i dati in città e all’ospedale Carlo Urbani. I residenti positivi al virus - ieri 469 con un sensibile aumento rispetto ai 436 di 48 ore prima - viaggiano verso quota 500 e si stabilizzano ormai oltre la soglia dell’1% della popolazione. Ben 1.093 le persone in quarantena.

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Al Carlo Urbani, dove erano 87 i pazienti Covid (11 ricoverati in terapia intensiva, 12 in semi intensiva, 51 in reparti non intensivi e 13 in attesa al pronto soccorso), tre i decessi registrati: una donna jesina di 87 anni, un 78enne e una 87enne di Cupramontana. Si segnala invece la guarigione del vescovo di Jesi don Gerardo Rocconi: dopo la positività al Covid riscontrata lo scorso 10 febbraio, la guida della Diocesi, le cui condizioni di salute sono sempre state buone e che aveva continuato in queste settimane l’attività pastorale dalla propria abitazione, è risultata negativa all’ultimo tampone effettuato e ha ripreso il proprio lavoro e le celebrazioni religiose.

Oltre alle scuole chiuse – con gli ultimi focolai emersi alla primaria Cappannini, alle medie Leopardi e Lorenzini dove sono in Dad anche le prime classi e all’IIS Marconi - attenzione puntata adesso anche sul mondo dello sport, in particolare giovanile. Ieri sera confronto fra amministrazione comunale, Consulta di settore e società per tracciare un punto, sensibilizzare ulteriormente queste ultime e valutare se sia possibile muoversi insieme in una fase in cui c’è già chi, a fronte del costante aumento dei contagi, ha deciso autonomamente di fermarsi almeno per un po’, come l’Aurora Basket o la scuola calcio Junior Jesina.

Ieri in Comune era stata inizialmente anche valutata la possibilità di decidere di chiudere l’impiantistica sportiva pubblica, come era accaduto per scelta del Governo in occasione del lockdown della primavera 2020. Almeno per ora, fra società che affrontano le competizioni definite d’interesse nazionale dalle rispettive federazioni e attività di base consentita nel rispetto dei protocolli sanciti per ciascuna disciplina, si è preferito cercare una linea comune.

«La situazione è molto preoccupante e lo è in maniera specifica sul nostro territorio - dice l’assessore allo sport Ugo Coltorti - l’incontro serve a renderne tutti partecipi e far sì che ce ne sia piena consapevolezza. L’attenzione è massima e se c’è da fare un passo vorrei ci fosse la possibilità di farlo tutti insieme. Chiediamo la massima collaborazione nel rispetto delle misure di sicurezza da parte di ognuno, d’altro canto ogni comunicazione che ci arriva dalle autorità sanitarie per quanto riguarda focolai nelle scuole e conseguenti chiusure è accompagna dalla sollecitazione proprio al mondo dello sport perché faccia la sua parte. Il momento è molto particolare e occorre essere il più realisti possibile». L’amministrazione aveva già invitato società sportive e associazioni che svolgono attività aggregative a verificare che non vi partecipi chi proviene da classi e scuole in quarantena e a «collaborare attivamente per tenere sotto controllo la situazione». 

 

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Corriere Adriatico