Una mamma racconta: «Michel adesso ha ucciso Fiorella, prima tormentava mia figlia minore...»

Michel Santarelli, 25 anni, accusato di avere ucciso Fiorella Scarponi e ferito gravemente il marito Italo Cingolani
JESI - Già due anni fa Michel Santarelli avrebbe dato segnali di uno squilibrio a sfondo religioso, dedicando attenzioni non gradite (non a sfondo sessuale) a una...

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JESI - Già due anni fa Michel Santarelli avrebbe dato segnali di uno squilibrio a sfondo religioso, dedicando attenzioni non gradite (non a sfondo sessuale) a una ragazzina. Lo racconta la stessa mamma della minore, mettendoci nome e cognome, con un post a commento della notizia del delitto di via Saveri pubblicata su un gruppo Facebook. «La tempestava di lettere con tante croci, le riempiva la cassetta delle lettere di libri sacri e rosari - è in sostanza il suo racconto -. Si piantava sotto casa tutto il giorno, anche di notte, convinto di voler andare a vivere con lei, chiamandola con un nome che non era il suo». La mamma racconta di aver chiamato più volte le forze dell’ordine e che sua figlia si era spaventata al punto da non voler più andare a scuola. «Un giorno


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si è presentato con le valigie», ricorda la mamma. Ma la madre di Michel, Giuseppina, con cui viveva in via Saveri, ha sempre parlato del figlio come di un bravo ragazzo che non avrebbe mai fatto del male a nessuno. Ora il figlio non è in grado di presenziare all’udienza di convalida in Tribunale per le sue attuali condizioni, secondo il parere dei medici del reparto di Psichiatria dell’ospedale di Jesi. L’udienza di convalida, pertanto, si terrà in reparto. Il giovane sarà difeso dall’avvocato Mauro Buontempi. Proprio a nome della famiglia il legale esprime tutto il dolore e l’incredulità per quanto accaduto in via Saveri. «Non ho ancora avuto modo di leggere gli atti – dice l’avvocato Buontempi –. Ho parlato con il padre Adriano e la sorella, sono distrutti dal dolore per Michel e per la famiglia Giuliani. Stanno vivendo anche loro un dramma, per le condizioni di Italo, per la morte della moglie e per tutto il dolore provocato alle tre figlie. Ci sono due famiglie distrutte. E’ significativo che l’udienza si svolga in struttura e non in tribunale». La famiglia di Michel è chiusa nel dolore, distrutta tra le lacrime, la vergogna e la disperazione. Michel era seguito da professionisti privati e aveva un supporto educativo. 
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Corriere Adriatico