JESI - Per l’accusa, avevano tentato di rilevare le azioni di una società operante nel campo edilizio attraverso una fideiussione bancaria che poi si è...
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Come parte civile compare la ditta edile con sede legale a Jesi con cui il gruppetto aveva iniziato la trattativa di cessione delle quote societarie nel 2012. Non ha invece deciso di costituirsi la Bnl, la banca che compariva nella fideiussione contraffatta del valore di un milione e 200 mila euro e totalmente estranea alla vicenda. A intervenire prima che l’affare andasse a buon fine era stata la Squadra Mobile della questura.
Gli investigatori erano stati allertati sia dal notaio che doveva suggellare la compravendita tra il titolare della ditta e gli acquirenti, sia i funzionari della banca il cui nome era stato inserito in maniera fraudolenta nella fideiussione. Stando alle accuse, la garanzia bancaria era stata falsamente elaborata dal gruppetto per poter rilevare quasi 900 mila euro di azioni, pari a circa il 60% del valore della società edilizia. Prima della stipula formale della cessione davanti al notaio, poi non andata a buon fine, i truffatori si erano insediati in azienda, prendendo contatto con i creditori e cercando di mostrarsi professionali per togliere ogni dubbio al titolare della ditta sul futuro passaggio di consegne e sul possibile rilancio della società in chiave commerciale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico