Stroncato dall'influenza ​il portiere di Villa Serena

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JESI - Lutto alla Casa di Cura privata Villa Serena, dove ieri nel tardo pomeriggio si è spento improvvisamente l'addetto alla portineria Giorgio Piccioni. Il dipendente - 57 anni, residente a Cupramontana e da vent'anni alla Clinica dove lavorano anche la moglie e il figlio - lamentava il perdurare di uno stato influenzale da oltre una settimana. Giorni difficili nel corso dei quali si era fatto visitare, ma ciò nonostante continuava a stare male. Ieri mattina alle 11 la moglie ha chiesto al presidente della clinica di poterlo ricoverare per degli accertamenti più approfonditi. "Lo abbiamo ricoverato in Medicina - ci racconta il presidente della clinica, dottor Abu Eideh Mohamed Abdul - e ci siamo subito presi cura di lui, perché per noi Giorgio era di famiglia. Verso le 17 mi hanno avvertito che respirava male, ma l'ho lasciato nelle mani del primario che lo stava visitando. Non so come sia potuto accadere o cosa sia successo, ma verso le 20 mi hanno telefonato a casa dicendomi che Giorgio era morto. Sono sconvolto". Mentre Piccioni stava effettuando degli accertamenti, devono essere subentrate delle complicazioni e il suo quadro clinico è precipitato, al punto che il cuore non ha retto. Il decesso potrebbe essere attribuito a una grave infezione alle vie respiratorie, ma il condizionale è d'obbligo in queste ore di concitazione e di incertezza. Saranno gli accertamenti necroscopici a stabilirlo con certezza. Nella disperazione la famiglia Piccioni, ma anche tutto il personale della clinica. "Lo vedevo tutti i giorni - commenta sgomento il presidente Abu Eideh Mohamed Abdul - lavorava qui da vent'anni e poteva fare il padrone, era un punto di riferimento. Il simbolo della clinica, stento ancora a credere che sia successo. La moglie lavora qui alla Radiologia, il figlio maggiore è addetto alle cucine, sono persone bravissime, di famiglia per tutti noi. Giorgio era una persona d'oro, davvero eccezionale. Sempre gentile e disponibile con tutti, si prendeva cura anche della chiesetta andava a comprare i fiori freschi e si assicurava che tutto fosse sempre in ordine. Infatti ora sta qui, nella nostra chiesetta in attesa degli sviluppi. Poveretto, era così giovane - conclude il dottore - che amarezza il destino, oggi ci sei e domani non più".
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Corriere Adriatico