Addio a Franco “Zizzo” Morici, allenatore e attore: aveva 87 anni. Jesi in lutto

Addio a Franco “Zizzo” Morici, allenatore e attore: aveva 87 anni. Jesi in lutto
JESI - «Io non canto ma decanto, con la rima e con il metro, appartengo, e me ne vanto, al rione de San Pietro». Bastano queste parole per inquadrare Franco Morici,...

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JESI - «Io non canto ma decanto, con la rima e con il metro, appartengo, e me ne vanto, al rione de San Pietro». Bastano queste parole per inquadrare Franco Morici, per gli amici Zizzo, che si è spento oggi all’età di 87 anni.


Professore di educazione fisica, allenatore, attore, ma soprattutto un vero e autentico personaggio di Jesi, Franco Morici nutriva un amore viscerale per la sua città che esprimeva in ogni occasione, dal palco del teatro Pergolesi, praticamente la sua seconda casa, alla stradina secondaria dove lo incrociavi con la sua caratteristica andatura.

Addio a Franco “Zizzo” Morici, allenatore e attore: aveva 87 anni

Sempre pronto alla battuta, sempre capace di strapparti un sorriso, sempre in grado di portarti buonumore. Franco Morici era così, una figura davvero originale, che ha accompagnato generazioni di giovani ad innamorarsi dello sport e molti, molti più jesini a riscoprire il proprio dialetto, le proprie tradizioni, gli usi e i costumi dei nostri padri.
Il teatro era la sua passione, che fin da giovane avrebbe voluto trasformare in professione, dopo il diploma conseguito al Centro Sperimentale di Cinematografia. Tante presenze in film importanti: “Totòtruffa 62” con il principe delle risate, “Le Fate” con Monica Vitti, “La battaglia di Algeri” di Pontecorvo, “I due parà” e “Operazione Luna” con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, “Tutti a casa” con Alberto Sordi.


L’amicizia con Valeria Moriconi, quindi, rientrato a Jesi, l’incontro con i due più grandi interpreti del dialetto della città, Martin Calandra prima e Aurelio (Lello) Longhi poi. E con quest’ultimo un legame più che particolare visto che gli concesse di dirigere la sua compagnia teatrale, portando in scena tante delle sue straordinarie commedie e, soprattutto, di avergli fatto conoscere la figlia Lea che poi diventerà sua moglie con la quale ebbe tre figlie: Caterina, Carolina e Gioia.


«Se ne va un autentico interprete della jesinità - lo ha ricordato il sindaco Lorenzo Fiordelmondo - a cui tutti quelli che lo hanno conosciuto erano affettuosamente legati. Ci resterà il suo sorriso, le risate che ci ha regalato a teatro, quel forte amore per la sua città e per le sue tradizioni che lo rendono a suo modo un limpido protagonista della storia di Jesi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico