JESI - Un atto vandalico che lascia l'amaro in bocca e solleva inquietudine, perché potrebbe essere collegato a una serie di telefonate mute che lo svegliano nel cuore della...
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La Volkswagen Lupo di proprietà del politico era parcheggiata in piazza Massimo D'Antona, sotto casa, accanto ad altre di ben più grossa cilindrata. Ignoti l'hanno colpita con una mazza di ferro e l'impugnatura in plastica, sfondati il parabrezza anteriore e i vetri laterali. Poi hanno abbandonato la mazza sui sedili e sono fuggiti, dileguandosi nella notte. Un residente ieri mattina verso le 6,30 s'è accorto del danno e ha chiamato Lucaboni. La Lupo era l'unica vettura danneggiata, sebbene posteggiata davanti al portone d'ingresso illuminato.
"Per questo credo che sia un atto intimidatorio rivolto proprio a me - commenta amareggiato Lucaboni - forse con l'attività dell'Associazione, che si occupa di dare sostegno ai tanti imprenditori in difficoltà per via della crisi tramite dei Confidi, posso aver toccato degli equilibri o intaccato qualche interesse... non lo so, sto facendo ipotesi perché io stesso non so darmi una spiegazione a questo danneggiamento fine a se stesso".
Preoccupato Lucaboni, soprattutto per la sua famiglia. E perché non è il primo episodio singolare che gli accade. Lo scorso agosto era stato aggredito, minacciato con un collo di bottiglia e derubato di appena 20 euro a Porta Valle. E da almeno due mesi riceve a casa delle telefonate mute che lo svegliano nel cuore della notte. L'ultima, proprio ieri mattina alle 10,30. "La Polizia ha effettuato un sopralluogo - conclude - dei rilievi scientifici sulla macchina, ha sequestrato la mazza e avviato le indagini. A Jesi servono più controlli notturni sia con la Polizia locale che con un'auto dell'Esercito, il Prefetto dovrebbe metterci a disposizione forze militari per il presidio della città". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico