Un malore e la caduta, così è morta Rita Troppo dolore, Alvaro voleva farla finita

Un malore e la caduta, così è morta Rita Troppo dolore, Alvaro voleva farla finita
JESI - Rita è morta per un trauma cranico da caduta, molto probabilmente a seguito di un malore. Sono le prime risultanze degli accertamenti anatomopatologici condotti ieri...

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JESI - Rita è morta per un trauma cranico da caduta, molto probabilmente a seguito di un malore. Sono le prime risultanze degli accertamenti anatomopatologici condotti ieri alle 6 all’Istituto di Medicina legale degli Ospedali Riuniti di Ancona ad aprire la strada a una nuova verità sul dramma familiare che ha scosso via San Francesco.


 

E se inizialmente la traccia di investigatori e soccorritori propendeva per l’orribile ipotesi del tentativo di suicidio a seguito di uxoricidio, ora i riscontri medico-legali potrebbero invece mostrare un’altra verità: morte perché spinta dal marito, o - più probabilmente - per trauma cranico da caduta dopo un malore. E qui sarebbe entrato in gioco quell’amore così forte tra due persone che non vogliono più vivere l’una senza l’altra. I carabinieri della Compagnia di Jesi, intervenuti subito sul luogo di quello che fino a tarda notte sembrava essere un delitto, stanno lavorando nel più stretto riserbo per capire cosa è successo verso le 20 di sabato, in quell’appartamento al secondo piano della palazzina al civico 95 di via San Francesco.

I militari, intervenuti con il Nucleo Operativo e gli esperti delle investigazioni scientifiche del comando jesino, stanno approfondendo gli elementi raccolti. Resta dunque aperto un ventaglio di ipotesi, tra cui anche quella del tentativo di suicidio per disperazione. Una volta entrati nell’appartamento insieme a uno dei figli che aveva una copia delle chiavi, i militari si sono trovati di fronte uno scenario non chiaro: la donna esanime sul pavimento della sala da pranzo con tracce ematiche sulla testa, ecchimosi sul corpo. Il marito immerso nella vasca da bagno con diversi tagli alle braccia, ancora vivo ma in stato soporoso per aver assunto una massiccia dose di farmaci e per aver perso molto sangue. Così Alvaro Bimbo, 87 anni invalido di guerra ed ex bancario, aveva scelto di farsi scivolare verso la morte dopo aver capito che la sua Rita, la donna con cui aveva condiviso la vita, era morta. Solo con la prima ricognizione cadaverica, effettuata verso mezzanotte dai medici legali Mauro Pesaresi e Alice Natanti, è avanzata un’ipotesi diversa da quella dell’omicidio. 


Rita, una bella donna che da alcuni anni combatteva il Parkinson insieme al suo Alvaro che le era rimasto accanto a prendersi cura di lei, era morta forse a causa di una caduta accidentale sul pavimento, forse perché colpita da un malore che le ha fatto perdere i sensi. E se quelle urla di terrore, avvertite dai vicini verso le 20, fossero state di Alvaro dopo aver scoperto il decesso della moglie invece che la paura della donna mentre veniva aggredita dal marito? Difficile dirlo, lo scenario del dramma sarà ricostruito dai carabinieri al termine degli accertamenti necessari. Ma sarebbe plausibile il gesto disperato di Alvaro - ora ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Urbani di Jesi - se a spingerlo sul baratro della morte fosse stata la certezza di aver perso la persona che amava da tutta la vita. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico