Lavori incompiuti in centro, a Jesi spunta un cartello polemico: «Qui il Giro non è passato»

Lavori incompiuti in centro, a Jesi spunta un cartello polemico: «Qui il Giro non è passato»
JESI - «Il Giro d’Italia qui non c’è passato». Beffardo e un poco rassegnato, opera della mano anonima forse di un residente, il cartello è...

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JESI - «Il Giro d’Italia qui non c’è passato». Beffardo e un poco rassegnato, opera della mano anonima forse di un residente, il cartello è apparso a Jesi su quello che, da mesi, è il deposito a cielo aperto del cantiere che ha riguardato i lavori di manutenzione su impianti e reti dell’acquedotto in centro, ad opera di Viva Servizi. 

 
L’angolo appartato
Se non che in Vicolo delle Viole, scorcio nascosto e appartato nel cuore più intimo del centro storico di Jesi, nella parte che digrada verso la chiesa di San Pietro e Porta Valle, il cumulo di sampietrini rimossi per consentire i lavori e in attesa d’essere ricollocati staziona da mesi. Con annesso, di disagi e fastidio per chi la zona la abita e la frequenta. Fino al disappunto espresso dal cartello: qui niente Giro d’Italia e nessun lavoro a tempo di record per fare bella figura con la vetrina della corsa rosa. «I sampietrini sono fermi lì dal mese di novembre dello scorso anno – lamentano i residenti – una montagna che attende di essere rimessa a posto e sotto la quale, dopo tutto il tempo passato, hanno finito con l’annidarsi topi sempre più grossi e altri animali. L’abbiamo segnalato più volte, a Viva Servizi e al Comune, ma niente. Da nove mesi conviviamo con ciò che resta dei lavori effettuati». Tempi che, peraltro, rientrano in quelli previsti dalla cartellonistica di cantiere, che fissa a novembre prossimo il termine dell’intervento. Ma, da un mese di novembre all’altro nell’arco di dodici lunghi mesi, ci si interroga sul perché di un disagio tanto prolungato per chi fa i conti con un deposito di pietre da riposizionare a terra davanti casa. D’altro canto, se si parla di luoghi del centro storico più appartati rispetto al salotto buono di Corso Matteotti, non è certo la prima volta o la più problematica che si parla di cantieri prolungati oltre modo. Caso emblematico, quello del recupero non ancora del tutto completato delle ex Carceri, a ridosso della parte interna delle mura, ad opera dell’Erap. Qui, dopo anni, sono finalmente state smontate le impalcature che hanno campeggiato fuori dal complesso: il termine originario dei lavori era stato fissato al 2014 ma varie sono state le vicissitudini e ad oggi la fine vera e propria non c’è ancora.


Il progetto


Il progetto originario era nato dalle risorse del Contratto di quartiere assegnate al Comune di Jesi nel 2006. Il contratto era stato rivisitato su richiesta della prima amministrazione Bacci, che volle concentrare sulle ex Carceri anche quella quota di abitazioni sociali che inizialmente avrebbero dovuto trovare spazio al chiostro di Sant’Agostino. Dunque non più otto ma tredici alloggi di edilizia popolare da ricavare nella palazzina. Dove però i lavori si sarebbero dovuti concludere appunto nel 2014, con scadenze via via riviste fra rimozione di materiale e amianto, iter burocratici, gli stop per il sisma del 2016 e poi per il Covid. Completato ora l’intervento sulle parti esterne, c’è fiducia di poter terminare finalmente i lavori anche all’interno.
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Corriere Adriatico