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JESI - Voleva farla finita, perché il peso di vivere s’era fatto evidentemente insostenibile. Non vedeva più una via d’uscita, tranne quella di lasciarsi andare per sempre. Ma per fortuna in questo momento così difficile per tutti, c’è chi vigila su di noi ed è pronto a salvarci, anche mettendo a rischio sé stesso. I Carabinieri della Compagnia di Jesi hanno salvato in extremis un’altra vita, esattamente come accaduto pochi mesi fa.
Nella notte tra lunedì e ieri, una segnalazione al 112 chiedeva l’intervento della pattuglia in un parcheggio in una zona lontana dal centro cittadino, dove c’era un’auto a motore acceso con un tubo di plastica che collegava il tubo di scappamento all’abitacolo e dentro, un uomo riverso sul volante, esanime.
L’uomo – un ragazzo di 30 anni di Jesi – era esanime per l’inalazione del gas di scarico, ma ancora vivo, accasciato sul volante. Sono intervenuti in codice rosso l’automedica del 118 di Jesi e l’ambulanza. Il giovane, rianimato sul posto, è stato sottoposto a ossigeno terapia e trasferito al Pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani. Sarà anche preso in carico dal servizio psichiatrico dell’Asur così che gli specialisti possano aiutarlo a trovare la forza di andare avanti e superare il trauma Se non fosse stato per l’intervento in extremis dei Carabinieri, quella di ieri sarebbe stata l’ennesima tragedia della disperazione. Invece sono riusciti a salvarlo appena in tempo. Non sono chiari i motivi che hanno spinto il ragazzo a tentare di togliersi la vita soffocando col gas di scarico della sua macchina.
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Corriere Adriatico