Bassotti lascia la Fondazione Carisj: «Ho 80 anni, è tempo di dire basta»

Alfio Bassotti
JESI  - Dopo sette anni alla presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi Alfio Bassotti lascia l’incarico. Una decisione non improvvisa, quella dell’ex...

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JESI  - Dopo sette anni alla presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi Alfio Bassotti lascia l’incarico. Una decisione non improvvisa, quella dell’ex politico esponente della Dc per cui è stato segretario cittadino e regionale, nonché ex assessore regionale, ma maturata nel corso dei mesi. Certamente hanno inciso il traguardo ormai prossimo degli 80 anni che compirà l’8 luglio e motivi di salute. Ma sebbene abbandoni con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del secondo mandato (avrebbe dovuto presiedere il Cda fino al 2021), è sereno e ottimista.


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«Ho spedito la lettera di dimissione il 12 giugno - dice Alfio Bassotti - e l’assemblea dei soci, ieri (giovedì, ndr) ha deliberato tra gli altri punti all’ordine del giorno l’accettazione delle mie dimissioni. Nel Cda l’organo di indirizzo ha scelto il candidato presidente che pro tempore, porterà a termine il mio mandato. Il suo incarico durerà un anno». Il nuovo presidente della Crj sarà l’attuale vice, Ennio Figini, originario di Chiaravalle ed ex dirigente dell’azienda Angelini.


«Era oltre un anno che ci pensavo - ammette - mi dicevo che appena sarei arrivato a 80 anni avrei detto basta. C’è un po’ di stanchezza di fondo, oltre a motivi di salute. Ma sono grato dell’esperienza che mi è stata consentita, sono sereno perché lascio una fondazione vivace. Poi il mio successore Figini mi è stato accanto in questi sette anni, il Cda è formato da persone straordinarie che mi sono sempre state solidali. Io resterò come consigliere, per dare continuità». Tante iniziative, una nuova vita per la Fondazione che ha sede a Palazzo Bisaccioni, cuore del centro storico. E tanta fibrillazione artistica. Ora la Crj guarda al futuro, ma è stato proprio Bassotti a traghettarla nel periodo più buio dopo il crac di Banca Marche che ha visto sparire i risparmi di 43mila azionisti e obbligazionisti, così come il patrimonio delle quattro fondazioni socie, tra cui la Fondazione Carisj. «Quello è stato certamente il momento peggiore del mio mandato – conclude – ero appena stato eletto e ci vennero bloccati 15 milioni di liquidità. Un vero guaio».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico