Jesi, nel furgone 17 chili di cocaina griffata "Il Padrino": il corriere preso con un tesoro da un milione mezzo

Jesi, nel furgone 17 chili di cocaina: il corriere preso con un tesoro da un milione mezzo
JESI - “Il Padrino” identificava la destinazione, il capoluogo della Sicilia. E forse anche la paternità di quel carico così prezioso ora sequestrato...

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JESI - “Il Padrino” identificava la destinazione, il capoluogo della Sicilia. E forse anche la paternità di quel carico così prezioso ora sequestrato dalle Fiamme gialle del Comando provinciale di Palermo: 17,3 chili di cocaina purissima, valore quasi un milione e mezzo, che viaggiavano nel doppiofondo di un furgone guidato da un corriere jesino. A finire in manette, per il reato di detenzione illecita di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, è stato Paolo Corinaldesi 41enne, un tempo dipendente di una ditta di trasporti e ora disoccupato.

 

Il posto di blocco

Corinaldesi venerdì mattina viaggiava al volante di un furgone (di cui la Guardia di Finanza sta accertando la proprietà ed eventuali collegamenti con il sequestro) con direzione Palermo quando, allo svincolo autostradale di Buonfornello è scattato l’alt per un controllo. In realtà – come spiegano dal Comando provinciale di Palermo – quello svincolo è l’unico accesso alla parte ovest dell’isola, al capoluogo e al suo hinterland, considerato un hub importante per il consumo (e di conseguenza, lo spaccio) di stupefacenti. 

Gli accertamenti

Rilevazioni emerse nel corso di precedenti indagini. «Sto facendo un semplice viaggio di lavoro a Palermo», avrebbe detto Corinaldesi ai finanzieri che gli intimavano l’alt per il controllo, cercando invano di depistarli. Ma i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, insospettiti da quel suo crescente nervosismo e dall’agitazione per una semplice identificazione, hanno effettuato una più approfondita attività di perquisizione del mezzo, avvalendosi anche del prezioso fiuto dei cani antidroga Nilo ed Ethoo del Gruppo Pronto Impiego di Palermo. 

Il doppiofondo


In un doppiofondo ricavato in una intercapedine del furgone, serrata con dei bulloni, sono stati rinvenuti 15 involucri avvolti in buste di cellophane trasparente riportanti l’effige del noto film “Il Padrino”. Dietro quella famosa immagine cinematografica, un fiume di cocaina purissima per un peso complessivo di 17,3 chili. Lo stupefacente una volta immesso sul mercato, destinato ai pusher di zona per essere tagliata e suddivisa in dosi da spacciare al minuto, avrebbe fruttato al dettaglio ricavi per oltre 1,4 milioni euro. 


Il corriere è stato arrestato e condotto presso la casa circondariale “A. Lorusso - Pagliarelli” di Palermo, a disposizione dell’autorità giudiziaria, che l’11 settembre ha convalidato l’arresto disponendo la misura cautelare in carcere. Le indagini dei finanzieri del Comando Provinciale di Palermo tuttavia continuano, per accertare la destinazione della droga e capire il canale di approvvigionamento: non è chiaro se Corinaldesi sia partito dalle Marche già col prezioso carico o se lo abbia recuperato lungo il tragitto. I suoi spostamenti sono in fase di ricostruzione. Così come le indagini sono volte a chiarire se, come ipotizzato, quella grossa partita di cocaina – analizzata per capirne natura e purezza tramite il Droptest – provenisse dalla criminalità organizzata che proprio dal traffico di stupefacenti, specie nella zona più a ovest dell’isola, trae principale fonte di finanziamento.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico