Positiva al Covid partorisce intubata. ​Il piccolo nasce contagiato, la mamma ora sta meglio

Foto d'archivio
JESI  - L’ospedale Carlo Urbani di Jesi verso il ritorno alla normalità rispetto alla situazione Covid. Due i malati ancora positivi nel reparto di terapia...

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JESI  - L’ospedale Carlo Urbani di Jesi verso il ritorno alla normalità rispetto alla situazione Covid. Due i malati ancora positivi nel reparto di terapia intensiva, che si è progressivamente svuotato. Si tratta di un 74enne con problemi cardiaci che nonostante il lungo ricovero ancora non si negativizza: le sue condizioni sono gravi e si attende la negativizzazione prima di trasferirlo in Cardiologia come paziente ordinario, per monitorare le problematiche cardiache; e una mamma di 33 anni di origine marocchina residente in Emilia Romagna ma domiciliata a Filottrano, che aveva dato alla luce il suo bimbo prematuro, nonostante fosse positiva al Covid e intubata. 

 


Le sue condizioni sono nettamente migliorate. La buona notizia è finalmente arrivata: mercoledì è stata estubata e riesce a interagire con i familiari. E’ ancora in una situazione protetta, nel box all’interno del reparto, ma i medici tirano un sospiro di sollievo visto che al suo arrivo d’urgenza al pronto soccorso si era temuto per la sua vita e per quella del nascituro.

Il piccolino, due chili e mezzo, nato prematuro con parto cesareo, era stato ricoverato sulle prime nel reparto di terapia intensiva neonatale del Dipartimento Materno Infantile dell’ospedale di Jesi. Ma nel frattempo si è positivizzato quindi ne è stato disposto mercoledì il trasferimento al Salesi, dove lo raggiungerà presto la mamma, sottoposta a nuovo tampone nella mattinata di ieri. 


E’ indispensabile che mamma e piccolo stiano insieme, mentre il papà - anche lui ancora positivo - è in isolamento domiciliare e non può vedere la moglie e la creatura. «Speriamo che siano i nostri due ultimi pazienti Covid - dicono i medici, stremati anche psicologicamente da questo lunghissimo calvario - i nuovi pazienti che necessitano di ricovero li stiamo centralizzando a Torrette, Fermo e Pesaro in base alla disponibilità di posti letto. Tuttavia la Rianimazione dell’ospedale Carlo Urbani è l’unica ad avere a disposizione dei box separati per la terapia intensiva: quindi i box resteranno a disposizione sia per eventuali pazienti Covid che necessitino di essere intubati che per pazienti affetti da malattie infettive gravi che abbiano bisogno della terapia intensiva e di ventilazione meccanica». 

 

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Corriere Adriatico