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JESI - Altro che “regalo ironico degli amici”, altro che “ho preso il primo oggetto a portata di mano per sventolarmi”. Il tentativo della consigliera di JesiAmo Chiara Cercaci di sottrarre peso politico a quel gesto - sorpresa durante una riunione online della commissione consiliare ad agitare il tappetino del mouse con il simbolo della Repubblica di Salò - si scontra con gli attacchi dell’opposizione e di forze politiche che arrivano a pretendere le dimissioni. Dimissioni che sono arrivate davvero, ieri nel corso della seduta online del Consiglio comunale. Chiara Cercaci ha lasciato il gruppo JesiAmo, ma non il suo posto in Consiglio.
«Sono pacifica e liberale, rivendico il mio percorso civico e non ho mai avuto tessere di partito.
Il Pd, con una nota del segretario comunale Stefano Bornigia, ne faceva anche una questione di immagine per la città di Jesi, precipitata in poche settimane dai fasti europei del cittì Mancini e dal tricolore repubblicano sul cielo di Londra «alla bandiera fascista della repubblica sociale di Salò, sventolata in Consiglio Comunale». I democrat jesini esprimono «sgomento, preoccupazione e condanna politica» per un gesto che secondo loro, nonostante le scuse e i distinguo, è stato «espresso in modo palesemente provocatorio».
L’auspicio allora è «che anche il civismo tutto autocelebrativo che governa la città, oramai arroccato a difendere una identità trasversale sempre più sbiadita ed invece sempre più chiaramente collocata politicamente a destra, abbia quanto meno la decenza politica di prendere le distanze dal gesto». Il sindaco Bacci, va detto, ha subito definito «un grave errore» il gesto della consigliera di maggioranza Cercaci. Ai democrat non resta che sperare nelle prossime elezioni amministrative. «Per il futuro di Jesi faremo in modo che questo ciclo, a strettissimo giro, si chiuda definitivamente».
Il caso interessa anche la politica nazionale. Per il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni quella di Jesi è l’ultima tappa di una deriva preoccupante: «Politici e amministratori eletti in consigli comunali e che hanno giurato sulla Costituzione antifascista che esibiscono simboli e idee direttamente collegati al passato più cupo e drammatico della nostra storia». Per questo non sono sufficienti scuse e giustificazioni. «Basta tollerare comportamenti di questo tipo. Chi di dovere intervenga - chiede Fratoianni - e la consigliera comunale si dimetta». Anche la senatrice del M5S Donatella Agostinelli, che proprio a Jesi ha iniziato il suo impegno in politica, ha chiesto «seri provvedimenti» nei confronti della consigliera.
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Corriere Adriatico