Collegio Pergolesi di Jesi, 70 anziani sono in ansia. Due le ipotesi di sistemazione, zero certezze

Collegio Pergolesi di Jesi, 70 anziani sono in ansia. Due le ipotesi di sistemazione, zero certezze
JESI «Stiamo cercando di soddisfare a quelle che sono le prescrizioni dell’ordinanza emessa dal sindaco». Nel pomeriggio di ieri si limitava a dire questo Enrico...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
49,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
4,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
99,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

JESI «Stiamo cercando di soddisfare a quelle che sono le prescrizioni dell’ordinanza emessa dal sindaco». Nel pomeriggio di ieri si limitava a dire questo Enrico Carrescia, direttore della casa di riposo del Collegio Pergolesi di cui, a seguito della segnalazione di casi di legionella all’interno da parte dell’Ast, il sindaco Lorenzo Fiordelmondo ha, con una ordinanza, sospeso l’attività da mercoledì scorso. Ed imposto che, non più tardi di domani, vengano trasferiti altrove tutti i circa 70 anziani ospiti della struttura. 

 


La riunione

Nella serata di ieri, nella residenza protetta privata gestita dalla comunità San Vincenzo de’ Paoli della congregazione dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, si è tenuta una riunione con i familiari degli utenti, preceduta da un primo incontro con i lavoratori impiegati nella casa di riposo. All’ordine del giorno il punto della situazione sull’immediata urgenza da risolvere, ricollocare in maniera adeguata quasi 70 anziani, diversi dei quali in condizioni di non autosufficienza e estrema fragilità. Questione che sta creando fortissima preoccupazione alle famiglie. Un paio le ipotesi di sistemazione temporanea che, a quanto pare, sarebbero state prese in considerazione: una struttura per anziani di recente realizzazione a Genga e una seconda a Fabriano. Ma di certezze, a ieri, non ce ne erano. «È interesse in primo luogo dei nostri cari e di noi familiari che gli ospiti lascino la struttura, data la situazione che si è venuta a creare – dice Stefano Lovascio, rappresentante dei familiari – non sappiamo però se sarà realisticamente possibile riuscirci in tempi così stretti o se sarà giocoforza necessaria una deroga ai tempi dell’ordinanza. Contiamo che l’amministrazione comunale segua attentamente la questione. Ciò che ci preme capire è, al di là di quella che potrà essere una soluzione temporanea, cosa accadrà dopo, una volta superata l’emergenza». Servono certezze al più presto. L’ordinanza del sindaco, «al fine di minimizzare il rischio legionellosi», prescrive anche, nell’attesa del trasferimento, il divieto di utilizzare l’impianto idrico sanitario della casa di riposo e le camere interessate dagli ultimi due casi notificati dall’Ast. Intanto in Consiglio regionale è il presidente dell’assemblea Dino Latini, in qualità di consigliere, a chiedere con una interrogazione la «verifica del quadro igienico sanitario della residenza per anziani Collegio Pergolesi di Jesi e sostegno alla ricollocazione degli ospiti con l’attuazione di tutti i protocolli necessari a garanzia della loro serenità e delle cure necessarie».

La richiesta

Al presidente regionale Francesco Acquaroli e all’assessore competente Filippo Saltamartini, Latini chiede di «assumere tutti gli adempimenti tecnici per evitare focolai epidemici e salvaguardare la salute degli ospiti. La richiesta muove dalla consapevolezza che la legionellosi è una infezione delle vie respiratorie che prolifera nell’acqua ed è pericolosa quando colpisce un impianto idrico, di umidificazione o di condizionamento e che la presenza in queste strutture di soggetti a rischio rende necessario un monitoraggio continuo della presenza di Legionella negli impianti». 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico