Jesi, la città piange Gino: «Oste e poeta sentiremo il tuo tamburo da lassù»

Jesi, la città piange Gino: «Oste e poeta sentiremo il tuo tamburo da lassù»
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JESI-  Non è solo il mondo dell’arte a intingere il pennello nel colore nero oggi, ma in generale il mondo degli eclettici, dei ribelli, degli scrittori e di chi, con la fantasia, è in grado di immaginare un mondo migliore. Quando muore un artista si crea una spaccatura profonda tra la società e la vita, perché l’arte è uno stimolo a vivere meglio e Gino Sampaolesi con i suoi colori, i suoi personaggi, le sue tele calate nel quotidiano, era capace di stimolare a una visione diversa delle cose.


Desta sconcerto e profondo dolore la morte di Gino Sampaolesi, 70 anni, lo storico oste del Ristorante Tamburo Battente di Castelbellino, artista caleidoscopico ed eccentrico, personaggio a tutto tondo per il suo modo di vivere la vita. Gino aveva appena inaugurato una sua personale, “Corrente d’aria” a Palazzo Franchetti in corso Matteotti. Non ha fatto in tempo a goderne il successo, tradito da un malore che gli è stato fatale.
  
Rinvenuto ormai cadavere domenica pomeriggio nella sua abitazione a Scorcelletti, ogni tentativo di soccorso si è rivelato purtroppo inutile. I funerali saranno celebrati questo pomeriggio alle ore 15 nella chiesa di San Francesco d’Assisi.
Non mancheranno gli amici, stretti al figlio Tommaso, non mancheranno gli artisti jesini che con lui avevano condiviso percorsi artistici e iniziative. Non mancheranno i musicisti, gli appassionati delle sue opere letterarie, i soliti compagni d’avventure con cui Gino aveva trascorso gli anni e condiviso idee, progetti, emozioni. Ci sarà tanta gente a salutarlo.
«Ciao Gino, il tuo tamburo lo sentiremo anche da lassù», è il saluto di un caro amico. Gino, ex avvocato, oste e pittore originario di Ostra Vetere, aveva creato il suo locale, il Tamburo Battente nel cuore di Castelbellino, nel 1993. Un posto dove arte, cucina, musica e panorami si intrecciavano per regalare agli avventori delle emozioni vive.
Gino, pittore, sceneggiatore, scrittore e performer, aveva lasciato il segno a Jesi con una eccezionale e stravagante performance nel novembre del 2015 - “Ultimo volo” - con protagonista l’aereo con il quale si presentò, trainato, in corso Matteotti per l’inaugurazione della mostra a palazzo dei Convegni presentata da Vittorio Sgarbi. Venerdì, l’inaugurazione della sua nuova mostra di cui era molto entusiasta.

I suoi amici lo aspettavano sabato pomeriggo a palazzo Franchetti per brindare insieme a questa nuova mostra personale. Invece Gino non si è presentato. Ma hanno pensato che lo avesse turbato la strage di Corinaldo, tanto da farlo chiudere in sé stesso e nella solitudine della sua casa. Domenica doveva incontrare gli stessi amici a pranzo, ma non si è presentato. Il cellulare che squillava a vuoto. La preoccupazione si è fatta paura e quando lo hanno raggiunto nella sua abitazione a Scorcelletti, lo hanno trovato riverso sul pavimento ormai privo di vita. Era tardi. Se n’era andato così, Gino. Improvvisamente, come un colpo dei suoi tamburi colorati. Un istante solo e via, senza lasciare a chi gli voleva bene, neanche il tempo di salutarlo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico