Centro ambiente, cassone a fuoco: l’incendio riaccende le polemiche

Centro ambiente, cassone a fuoco: l’incendio riaccende le polemiche
JESI  - Fiamme nel tardo pomeriggio e intervento dei vigili del fuoco, un odore di plastica bruciata che si diffonde ed è avvertito in buona parte del quartiere San...

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JESI  - Fiamme nel tardo pomeriggio e intervento dei vigili del fuoco, un odore di plastica bruciata che si diffonde ed è avvertito in buona parte del quartiere San Giuseppe. È accaduto venerdì scorso al Centro ambiente del Campo Boario, dove in tanti nell’ultima settimana, dopo la riapertura di lunedì scorso, si sono affollati per smaltire rifiuti ingombranti e potature accumulati. 



 
L’incendio, scaturito all’interno di un container carrabile utilizzato per lo scarico di piccoli elettrodomestici, ha destato l’attenzione dei residenti ed è tornato a scatenare la polemica politica sulla permanenza, nel cuore di un quartiere densamente popolato come San Giuseppe, di una struttura come il Centro ambiente. «Nessun danno a persone, siano utenti o lavoratori, o a cose- precisa Salvatore Pisconti, amministratore della partecipata comunale Jesi Servizi che gestisce l’insediamento- in sé si è trattato di una piccola cosa, per quanto spiacevole. Le fiamme sono nate all’interno di un cassone dove vengono scaricati piccoli elettrodomestici: phon, ferri da stiro e cose di questo tipo. L’ipotesi è che il tutto possa essere stato causato magari dalla batteria di un gioco elettronico per bambini, lasciata inavvertitamente all’interno nel momento in cui è stato buttato».

Assicura Pisconti: «Come da procedura l’intervento del personale, con gli estintori, è stato immediato. Le fiamme però avevano raggiunto la plastica ed è stato necessario richiedere l’intervento dei vigili del fuoco, che appena arrivati ci hanno messo poco tempo a spegnere l’incendio e portare sotto assoluto controllo la situazione. Il cassone ha contenuto le fiamme, nessun danno. Neppure al container stesso, che è di ferro e, sanificato, potrà essere riutilizzato». 

Quanto all’affollamento e alle code alla riapertura, Pisconti dice: «Nessun possibile legame con quanto accaduto. Che in questi giorni ci sarebbero stati afflusso di gente e file, era previsto e nell’ordine delle cose. In questo periodo è fisiologico già in tempi di normalità, per le potature. Se si aggiungono l’accumulo di materiali da buttare dopo quasi due mesi di limitazioni e chiusura e il fatto che ora, per rispettare le prescrizioni di sicurezza, si può accedere soltanto una vettura alla volta, ecco che ci sarebbe stato da stupirsi se le code fossero mancate». Sulla questione Centro Ambiente torna all’attacco Jesi in Comune: «Ribadiamo con forza la nostra posizione: non può essere situato all’interno del quartiere più popoloso della città, a poche decine di metri da una scuola dell’infanzia e da una scuola media, e attaccato al campo da calcio. Bisogna spostarlo ai confini della zona residenziale, come previsto dalla normativa».


Continua l’affondo: «La giunta Bacci, invece di pensare allo spostamento, ha ben pensato di potenziarlo, segnando così per gli anni a venire le sorti della zona e in sostanza della città». Sul Centro sono previsti lavori per 250 mila euro. Una variante al Prg ne ha formalizzato la presenza al Boario (l’autorizzazione risaliva al 2006) e ha riportato l’area di via Latini, pensata un tempo per un possibile spostamento, alla destinazione agricola.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico