JESI - Scoperto il casolare della droga, tre persone arrestate. È il bilancio di una complessa operazione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Jesi domenica...
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Jesi, tre arresti e 14 chili di droga sequestrata. Il carico sorvegliato da un cane da guardia
In manette tre stranieri residenti in città, di età compresa fra i 20 e i 30 anni, magrebini e pakistani che devono rispondere di detenzione illegale di sostanza stupefacente. Si trovano rinchiusi al carcere di Montacuto. I militari del Nucleo operativo e radiomobile, nel corso di servizi antidroga e prevenzione ai furti, hanno ispezionato un casolare apparentemente abbandonato nelle campagne jesine in zona Tabano. Sul posto, hanno subito sentito un acre odore, tipico di marijuana, provenire dall’interno. Si sono insospettiti e hanno approfondito il controllo, ma al loro arrivo si sono trovati di fronte un lupo cecoslovacco che i pusher avevano lasciato libero nell’area del casolare per sorvegliare e non far avvicinare nessuno.
E mentre il lupo ringhiava contro i militari, i malviventi sono scappati su un’auto di grossa cilindrata. Ma i militari nel frattempo, intuendo che qualcuno era all’interno, avevano chiesto rinforzi e circondato tutta l’area. L’operazione è durata quasi 10 ore e ha visto impegnati 14 carabinieri, oltre alla collaborazione del servizio veterinario della Asur di Jesi impegnata nella cattura del lupo senza conseguenze per nessuno. Nel loro vano tentativo di fuga, i banditi sono finiti tra le braccia dei carabinieri che li stavano aspettando: sono scattate le manette. Durante il sopralluogo nel casolare sono stati rinvenuti dei sacchi contenenti la marijuana già essiccata, che emanava l’odore fortissimo fino all’esterno del rudere. La droga, per un quantitativo di 14 chili, è stata sequestrata.
Con ogni probabilità era destinata allo spaccio sulle piazze jesine e nei parchi cittadini, dove l’Arma ha rafforzato la sua presenza in maniera sistematica e capillare. Il casolare abbandonato era stato individuato come luogo idoneo a custodire la droga in quanto lontano dalla città e in aperta campagna. Tra quelle mura fatiscenti i malviventi avevano allestito la loro centrale dello spaccio. Nel corso del blitz oltre allo stupefacente i militari hanno anche rinvenuto cellophane, cartine, coltelli e cucchiaini, insomma materiale idoneo per il confezionamento delle dosi. Sono stati anche sequestrati i telefoni cellulari dei tre, che saranno sottoposti ad analisi tecnica da parte degli esperti informatici dell’Arma, per estrapolare numeri, codici, indirizzi e dunque risalire alla rete dei clienti cui era destinata quella droga. Le indagini potrebbero avere altri sviluppi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico