«Io, curata dalla malattia e dall’isolamento». Il grazie più bello di una paziente ai medici

Intervento top al Carlo Urbani per vincere l’incontenenza. Campagnacci: «Siamo secondi nelle Marche»

«Io, curata dalla malattia e dall’isolamento». Il grazie più bello di una paziente ai medici
JESI Anna Maria Baldoni, chiaravallese, ha voluto condividere la sua esperienza come paziente presso l‘Uoc di Chirurgia Generale dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi,...

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JESI Anna Maria Baldoni, chiaravallese, ha voluto condividere la sua esperienza come paziente presso l‘Uoc di Chirurgia Generale dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi, dopo un delicato e risolutivo intervento effettuato dall’equipe del dott. Roberto Campagnacci. Oltre ai sanitari si rivolge con gratitudine anche all’assessore e vicepresidente Filippo Saltamartini, al direttore generale dell’Ast Giovanni Stroppa, alla consigliera Lindita Elezi e alla direttrice sanitaria Benedetta Ruggeri.

 

Costretta all’isolamento da anni a causa di una patologia invalidante – un’incontinenza urinaria e fecale che l’hanno progressivamente costretta a un isolamento sociale e familiare assai pesante – ha trovato la luce alla fine del tunnel solo dopo essere stata indirizzata verso le cure del dott. Guarino, il quale, dopo un lungo iter diagnostico, le ha consigliato l’impianto di un neuro modulatore sacrale. Si tratta di un intervento delicato e praticato da non molti ospedali.

«Ringrazio molto la signora per le belle parole che ci ha riservato, si riesce a dare una buona risposta a quelle persone che hanno bisogni importanti e alle quali tali risposte possono cambiare la vita del paziente – afferma il dott. Roberto Campagnacci – in posti, come il nostro, dove c’è la qualità della prestazione medica unitamente alla possibilità di avere gli strumenti necessari». Prosegue Campagnacci: «Accolgo con piacere le parole di ringraziamento e le rigiro anche alla direzione perchè va anche a loro il merito di tutto questo. Noi abbiamo le competenze per operare, ma è indispensabile avere i mezzi unendo le due cose si può ridare una nuova vita ai nostri pazienti. Jesi è il secondo centro delle Marche in grado di impiantare questo presidio medico».

«Mi sembrava impossibile poter risolvere una così delicata situazione sotto casa – ha osservato la signora Anna Maria -. Poi, alla fine, la chiamata, il ricovero e lo stupore nel trovare ricoverata un’altra paziente che veniva a sostituire la batteria a Jesi da una regione vicina. Non nascondo che da marchigiana ho provato un sentimento di orgoglio».

Cristiana Loccioni

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Corriere Adriatico