JESI - Un’estate dai tanti turisti e visitatori scorti in città a fotografarne gli scorci, osservarne le bellezze, gustarne i sapori. Ma proprio per questo in...
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Ma una segnaletica turistica datata e rara li rende tutt’altro che a portata di mano. Passi per Palazzo Pianetti, dove fra pinacoteca, arte moderna e archeologia i Musei Civici sono ora tre in uno. Anche se i segnali continuano a indicare solo la prima e anzianità e varietà di stile dei cartelli li rendono a loro volta pezzi da museo. Ma per Museo Stupor Mundi e Ime, impossibile trovare indicazioni, a meno di finirci davanti. Un solo cartello, in piazza della Repubblica, segnala il secondo. Ma parla ancora di Enoteca regionale, che non c’è più da anni ed era cosa ben diversa dell’attuale. «Si sta lavorando sulla segnaletica turistica da rifare- dice l’assessore al settore Ugo Coltorti- un progetto c’è ma attende le prescrizioni della Soprintendenza su dimensioni e caratteristiche dei cartelli per andare avanti. Ma qualcosa è stato fatto».
Ad esempio armonizzare i cartelli all’ingresso di Musei Civici e Ime. Anche se per quest’ultimo, fino a qualche giorno fa, si indicava un orario d’apertura diverso da quello effettivo. «Ora il problema è stato risolto - spiega il direttore di Ime Alberto Mazzoni - perché l’orario ad agosto è quello, dalle 10,30 alle 20, indicato sul cartellone esterno posizionato dal Comune». Ma fino a pochi giorni fa, l’apertura era dalle 12 alle 15 e dalle 18 alle 21. E non sono mancati visitatori spiazzati dal portone chiuso. «Abbiamo rimediato con un cartello visibile all’interno, una volta aperto il portone dopo aver suonato. D’altro canto, ci eravamo resi conto che a luglio tenere aperto alle 16 aveva poco senso. Ma per tutto agosto si torna all’orario continuato». In molti apprezzano informazioni e degustazioni dell’Ime. Ma sarebbero di più, se ne fosse segnalata la presenza.
Orario ridimensionato intanto anche al museo virtuale Federico II, visitabile dal martedì al venerdì solo di mattina (9,30-13,30, sabato e domenica invece anche 16-20), rispetto all’apertura mattina e pomeriggio con cui si era partiti. D’altro canto proprio da piazza Federico II, con le transenne davanti a palazzo Baldeschi Balleani per i calcinacci caduti, può partire un dolente tour fra gli spazi negati alla vista dai cantieri: dalle ex Carceri, con le mura pure imbrattate dai vandali, ai tormentoni piazza Colocci e Pergolesi. Qui i lavori “ingabbiano” anche Palazzo della Signoria, dove la chiusura pomeridiana impedisce di entrare e godere dell’architettura interna, e San Nicolò. Coi turisti fermi davanti e delusi. E rimandano il piacere a una seconda visita in futuro. O forse no. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico