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JESI - Un accertamento relativo al ritardo di tre giorni nel pagamento dell’Imu cinque anni fa: una mancanza costata allora al Comune di Jesi, destinatario del versamento, 4 centesimi di euro di interessi negativi per quello slittamento di 72 ore. Quello stesso Comune che oggi, nel notificare al cittadino ritardatario la relativa sanzione - «il costo di una pizza e una birra, già saldato» specifica il protagonista della curiosa vicenda – di centesimi di euro ne scala 9 dall’ammontare, per fare cifra tonda.
«Il nostro Comune per recuperare un credito di 4 centesimi ne abbuona allo stesso “colpevole” ben 9, con tutto il lavoro degli uffici necessario per arrivarci. Meno regole ma più buon senso è l’augurio che faccio per il 2021 all’amministrazione della cosa pubblica» è la conclusione di Maurizio De Magistris, figura nota in città come imprenditore, uomo di sport e direttore fra anni ’90 e 2000 della Asl di zona. «Leggo sulla stampa- dice De Magistris con riferimento ai dati diffusi di recente - che l’ufficio tributi del Comune ha intrapreso una giusta, e quanto mai opportuna, lotta all’evasione svolgendo ben 2 mila accertamenti e relativi invii di avvisi.
Spiega De Magistris: «Mi hanno trovato debitore verso la collettività, per un ritardo nel versamento dell’Imu del 2015 di tre giorni che è costato per interessi negativi al Comune 0,04 €. Quattro centesimi che, giustamente, dovevo. I 4 centesimi sono un po’ cresciuti per la parte sanzionatoria, una pizza e birra, ma comunque parliamo di poca cosa e voglio tranquillizzare i miei concittadini: ho provveduto al versamento del dovuto e il futuro della città è salvo».
Prosegue l’ex dirigente: «La cosa che mi ha meravigliato, e forse meraviglierà anche chi legge, è che mi hanno fatto pagare 9 centesimi in meno per fare cifra tonda, specificando: “arrotondamento euro meno 0,09”. Ho dovuto leggere più volte per capire».
Prosegue De Magistris: «Direte: hanno incassato anche sanzione e spese di notifica, insomma pizza e birra. Se uno fa due conti: ammortamento o nolo del software e manutenzione, il personale - onestissimo per carità ma percepirà pure uno stipendio e credo che i 4 centesimi non coprano il costo del tempo di chi ha firmato l’avviso - e poi carta, inchiostro, spedizione, i miei controlli e quelli di chi mi aiuta ad avere a che fare con la P.A., l’ordine di bonifico. Insomma, qui non abbiamo preso neanche quello che ai miei tempi rubava una mela al mercato - e lì c’era il dolo, nel mio caso da dimostrare - e veniva condannato per dare l’esempio. Ho due auguri da fare per il 2021: il primo, probabile, che si riesca a sconfiggere quest’accidenti di virus; il secondo, molto meno probabile, che l’amministrazione della cosa pubblica diventi efficace e efficiente magari applicando meno regole ma più buon senso».
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Corriere Adriatico