Ateneo chiuso, ma la Fondazione Colocci continua a presentare il conto al Comune

Ateneo chiuso, ma la Fondazione Colocci continua a presentare il conto al Comune
JESI - Poco più di 28mila euro, dovuti dal Comune di Jesi, in quanto socio fondatore, alla Fondazione Angelo Colocci. Cifra che il primo si è impegnato a versare...

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JESI - Poco più di 28mila euro, dovuti dal Comune di Jesi, in quanto socio fondatore, alla Fondazione Angelo Colocci. Cifra che il primo si è impegnato a versare «al fine di regolarizzare i rapporti contrattuali in essere tra il Comune e la Fondazione e prevenire l’insorgere di controversie». La somma peraltro è stata calcolata compensando da un lato quanto Piazza Indipendenza deve alla Colocci in qualità di socio e dall’altro quanto la Fondazione deve al Comune, per l’affitto dei locali occupati nell’immobile di vicolo Angeloni di proprietà dell’ente.


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Un affitto il cui canone è stato adesso ridotto dato che la Colocci, cessata definitivamente l’esperienza universitaria dei corsi organizzati e distaccati a Jesi dall’ateneo di Macerata, ha rinunciato all’utilizzo di una parte degli spazi, ora impiegati come sede temporanea dall’Istituto Galilei. In attesa di un reale rilancio della Fondazione, il Comune continua a dover fare i conti col suolo ruolo di socio della Colocci, dalla quale è nel frattempo uscita Carisj, che ne era il maggior sostegno, e dove sono diventati un unico soggetto gli originari Banca Marche e Banca Popolare di Ancona che ne facevano parte. Quanto al futuro della Colocci, non è ancora decollata l’esperienza del master informatico che vede coinvolte Università di Camerino e le aziende Apra, Loccioni, Maggioli e Teamsystem. Il corso mira a formare esperti nella programmazione di sistemi software complessi con competenze approfondite nel campo della comunicazione digitale, con l’Ateneo di Camerino che, grazie al sostegno di Ubi Banca, finanzierà 4 borse di studio da destinare agli studenti che risulteranno più meritevoli.


La data di scadenza era stata via via prorogata fino alla fine dello scorso febbraio, si sarebbero volute far partire le lezioni col mese di marzo ma anche questa vicenda si è scontrata ora col blocco dovuto all’emergenza Coronavirus. Per ora la prospettiva d’utilizzo futuro più solida per i locali di vicolo Angeloni sembra proprio essere quella di sede alternativa per le scuole cittadine alle prese con lavori di ristrutturazione o messa in sicurezza. E’ così attualmente per l’Istituto di Istruzione Superiore “Galilei”, dati i lavori nella sede storica di viale del Lavoro. Ma quella dell’ex Cuppari ed ex sede universitaria potrebbe essere la soluzione giusta anche per i prossimi nuovi casi di scuole temporaneamente “senza casa”. In città, ad oggi sono in attesa di rientrare nella loro scuola la primaria Martiri della Libertà e la media Lorenzini. Ma fra un po’ toccherà ad altri come, ad esempio, l’altra scuola media Borsellino (ex Savoia) di Corso Matteotti.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico