OSIMO - Si terrà il prossimo 16 luglio, davanti al Gup del tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea, la prima udienza preliminare sul disastro dell’Hotel Rigopiano....
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tra i vari filoni dell’inchiesta, condotta dai carabinieri forestali e coordinata dal procuratore capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, la mancata realizzazione della carta valanghe, le presunte inadempienze relative alla manutenzione e allo sgombro delle strade di accesso all’hotel, il tardivo allestimento del centro di coordinamento dei soccorsi. I reati ipotizzati dalla Procura vanno dal crollo di costruzioni o altri disastri colposi, all’omicidio e lesioni colpose, all’abuso d’ufficio e al falso ideologico. Ventiquattro persone, più la società Gran Sasso Resort&Spa, rischiano il giudizio per la valanga killer di Rigopiano che due anni fa - il 18 gennaio 2017 - costò la vita a 29 persone. Tra loro gli osimani Marina Serraiocco e Dino Di Michelangelo, commerciante di corso Mazzini lei, poliziotto al commissariato di piazza Marconi lui. Tra gli 11 sopravvissuti il loro bambino, Samuel, che ha compiuto 9 anni, la maggior parte dei quali trascorsi a Osimo. Ora vive con gli zii a Chieti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico