OSIMO - Ciclista investito in via Marco Polo rassicura e lascia andar via l’automobilista ma il giorno dopo, una volta constatata la rottura di un arto, lancia...
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Per questo, per scaricare l’assicurazione e meglio giustificare la malattia, ha lanciato ieri l’appello sui social all’autore dell’investimento, «per fare un Cid amichevole, visto che –spiega Cantori- le responsabilità sono di entrambi, mie che avrò fatto un movimento avventato attraversando la strada e sue che mi ha ruotato». Erano le 19,30 di giovedì quando Cantori stava rientrando a casa in sella alla sua bici. All’altezza del semaforo pedonale vicino all’incrocio tra via Marco Polo e via San Giovanni, Cantori attraversa sulla strisce: «Non mi ero reso conto di quell’auto bianca che sopraggiungeva, per evitarla mi sono gettato a terra ma la mano è rimasta incastrata sotto la bici e l’automobilista mi ha ruotato». Si tratta di un uomo di mezza età accompagnato da una donna, entrambi si sono fermati per prestare soccorso: «Mi hanno chiesto se stavo bene e in quel momento, preso dal mio buonismo –spiega il 35enne- ho detto loro di stare bene e che se ne potevano andare, in quel momento la testa, confusa dallo choc per aver rischiato il peggio, mi diceva questo».
Cantori si è rialzato da solo e ha iniziato col passare dei minuti a sentire dolore al braccio: «Ho chiamato un collega della Cri che –racconta- avevo incrociato poco prima e mi sono fratto accompagnare al pronto soccorso», dove è stato applicato il gesso. «So che ho sbagliato, ora però –conclude l’ex titolare del Roxy Pub- confido nella coscienza dell’automobilista affinché mi contatti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico