JESI - Una violenza che va avanti da anni, consumata tra le mura domestiche anche quando il rapporto s’era incrinato, quando le strade sembravano essersi divise con la...
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Invece è bastato poco, una scintilla per innescare l’ira. Una discussione come al solito e poi gli schiaffi, i pugni, le botte. Lui che la afferra per i capelli, tanto da strapparne alcune ciocche. Sfogatosi, l’uomo si addormenta. E’ la madre della vittima ad accorgersi di quanto accaduto: abita al piano di sopra della villetta, scende per chiedere delle cose alla figlia e lei apre la porta col volto tumefatto, i lividi, i capelli strappati e i segni della violenza. La madre sa che è sempre lui, quell’uomo di cui non riescono a liberarsi e chiama il 112. L’aliquota Radiomobile interviene sul posto, il marito-padrone ancora in casa, sentendo le sirene scappa. La donna viene accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani dove è stata medicata. I medici l’hanno dimessa con una prognosi di 10 giorni. Parlando con i militari, è emersa una storia triste di soprusi e violenze che andava avanti da almeno 4-5 anni, botte e maltrattamenti sempre taciuti. La donna per amore di quell’uomo e sentendosi in colpa dopo la nascita del figlio, aveva sempre subìto in silenzio. Mai un accesso in ospedale, mai una denuncia o una richiesta di aiuto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico