ANCONA - Quindici anni, italiano, due etti di stupefacenti nell’alloggio, pare cocaina, e un’accusa pesantissima. Quella di essere stata il detonatore della strage di...
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Non è chiaro ancora se si tratti del ragazzo raffigurato nel video con cappellino e mascherina. Per ora a suo carico ci sono detenzione e spaccio di stupefacenti e tanto è bastato per attivare la misura di fermo nei suoi confronti. È quasi certo che questa mattina il procuratore dei minori Giovanna Lebboroni aggiungerà anche l’ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale ma insieme alla ragionevole certezza gli investigatori stanno cercando altri tasselli del disastro avvenuto nella notte tra venerdì e sabato. C’è l’elemento del movente e aperta è anche la questione del mezzo utilizzato. Una bomboletta forse era troppo poco per creare l’odore acre sentito da così tante persone. Si è parlato anche di un effetto alterato dei fumogeni forse per un guasto della macchina. Probabilmente servirà una perizia per verificare. I carabinieri del comando provinciale di Ancona guidati dal colonnello Carrozza stanno lavorando in più direzioni.
L’altro livello della responsabilità è quello della gestione della sicurezza per cui questa mattina il procuratore capo Garulli e il sostituto Gubinelli iscriveranno nel registro degli indagati anche i tre gestori della Lanterna Azzurra: i soci Carlantonio Capone e Quinto Cecchini e l’amministratore unico Francesco Bartozzi. Il primo pesarese, da tempo nel mondo dell’intrattenimento tra Romagna e Marche, socio storico della Magic, la società nata nel 2013 in cui sei mesi fa è entrato il corinaldese Cecchini che da qualche anno gestiva la Lanterna Rossa. Cecchini è il papà di deejay Marcos, Marco Cecchini che non figura nella compagine sociale ma era presente l’altra notte. È lui che ieri ha riferito del furto di una catenina negli attimi seguenti alla diffusione della sostanza urticante e poco prima della ressa mortale creatasi all’uscita del locale destinata allo spazio esterno per fumatori. Come si sia creata la ressa con altre due uscite fruibili nel locale, i carabinieri lo hanno chiesto a Gianni Ermellini, il responsabile della sicurezza che aveva con sè undici collaboratori. E poi c’è tutta la questione dei biglietti che in queste ore si è rimodulata per voce proprio del vertice investigativo: «I biglietti venduti - ha spiegato il colonnello Carrozza - erano 680, 500 quelli staccati». Ma fioccano le testimonianze di ragazzi e genitori entrati senza biglietto o con un pass per la consumazione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico