SENIGALLIA Tassista aggredito in stazione da un cliente. Pretendeva di essere accompagnato a Faenza spendendo solo 50 euro. È stato necessario l’intervento dei...
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Dopo una discussione in cui il tassista ha spiegato che per quella cifra non sarebbe stato possibile, gli animi si sono surriscaldati e il conducente del taxi ha deciso di accostare e farlo scendere. In via Verdi l’ha lasciato a piedi poi ha fatto rientro nella postazione davanti alla stazione ferroviaria, riprendendo il turno in attesa di un’altra chiamata. «In macchina aveva dato in escandescenza riempiendomi di insulti – aggiunge la vittima –, gli ho aperto la portiera con modi risoluti ma non violenti. Credevo che la vicenda fosse finita lì ma mi sbagliavo. È arrivato in stazione, insieme alla fidanzata, e per prima cosa ha preso a calci il taxi poi ha iniziato a picchiarmi. Io mi sono difeso. Non ha smesso nemmeno di fronte alle forze dell’ordine. Non contento ha pure picchiato la sua ragazza che si era messa in mezzo per calmarlo».
Ha poi provato a reagire anche ai poliziotti e carabinieri, che hanno impiegato quasi un’ora per riportarlo alla calma. Taxi ammaccato, gomito sanguinante e mano tumefatta, il risultato dell’aggressione con il cliente rimasto libero e lui a casa per il timore che potesse tornare di nuovo. La legge questo prevede non avendo il tassista o la ragazza riportato ferite gravi, tali da motivare una denuncia d’ufficio. «Sono stato costretto ad abbandonare il lavoro – prosegue - e tornarmene a casa perché lui era rimasto in giro e sarebbe potuto tornare ad aggredirmi». Oltre alle ferite e ai danni anche l’amarezza per un sistema giudiziario che non l’ha tutelato come si sarebbe aspettato. Militari e poliziotti hanno dovuto applicare la legge che non consentiva di fare altro in quella circostanza. Ieri comunque il tassista si è presentato in caserma ed ha sporto denuncia contro quel giovane di origini siciliane, identificato la sera prima dopo aver riportato la calma. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico