I soldi non bastano, fine della corsa Il cliente scende e picchia il tassista

I soldi non bastano, fine della corsa Il cliente scende e picchia il tassista
SENIGALLIA Tassista aggredito in stazione da un cliente. Pretendeva di essere accompagnato a Faenza spendendo solo 50 euro. È stato necessario l’intervento dei...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
SENIGALLIA Tassista aggredito in stazione da un cliente. Pretendeva di essere accompagnato a Faenza spendendo solo 50 euro. È stato necessario l’intervento dei carabinieri e della polizia martedì sera per riportare la calma e scongiurare il peggio. Ieri il tassista, rimasto ferito, ha sporto denuncia contro il suo aggressore recandosi nella caserma di via Marchetti. Il cliente ha picchiato anche la propria fidanzata, che ha cercato di mettersi di mezzo, per difendere il tassista. «Un’aggressione in piena regola – spiega il tassista che chiede di rimanere anonimo -, con il taxi preso a calci da un giovane siciliano, ubriaco, che poi mi ha anche messo le mani addosso». La chiamata martedì sera è arrivata alla postazione taxi di viale Bonopera da un cellulare. Il cliente chiedeva di essere raggiunto davanti ad un bar di via Pierelli al Vivere Verde. Una volta salito pretendeva di andare a Faenza con 50 euro.


 


Dopo una discussione in cui il tassista ha spiegato che per quella cifra non sarebbe stato possibile, gli animi si sono surriscaldati e il conducente del taxi ha deciso di accostare e farlo scendere. In via Verdi l’ha lasciato a piedi poi ha fatto rientro nella postazione davanti alla stazione ferroviaria, riprendendo il turno in attesa di un’altra chiamata. «In macchina aveva dato in escandescenza riempiendomi di insulti – aggiunge la vittima –, gli ho aperto la portiera con modi risoluti ma non violenti. Credevo che la vicenda fosse finita lì ma mi sbagliavo. È arrivato in stazione, insieme alla fidanzata, e per prima cosa ha preso a calci il taxi poi ha iniziato a picchiarmi. Io mi sono difeso. Non ha smesso nemmeno di fronte alle forze dell’ordine. Non contento ha pure picchiato la sua ragazza che si era messa in mezzo per calmarlo».


Ha poi provato a reagire anche ai poliziotti e carabinieri, che hanno impiegato quasi un’ora per riportarlo alla calma. Taxi ammaccato, gomito sanguinante e mano tumefatta, il risultato dell’aggressione con il cliente rimasto libero e lui a casa per il timore che potesse tornare di nuovo. La legge questo prevede non avendo il tassista o la ragazza riportato ferite gravi, tali da motivare una denuncia d’ufficio. «Sono stato costretto ad abbandonare il lavoro – prosegue - e tornarmene a casa perché lui era rimasto in giro e sarebbe potuto tornare ad aggredirmi». Oltre alle ferite e ai danni anche l’amarezza per un sistema giudiziario che non l’ha tutelato come si sarebbe aspettato. Militari e poliziotti hanno dovuto applicare la legge che non consentiva di fare altro in quella circostanza. Ieri comunque il tassista si è presentato in caserma ed ha sporto denuncia contro quel giovane di origini siciliane, identificato la sera prima dopo aver riportato la calma. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico