GENGA - Il controllore del treno gli ricorda che nel vagone non si può fumare e il passeggero reagisce rubando un estintore e spruzzando il suo contenuto all’interno...
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Doveva rispondere di due reati: furto aggravato, per aver rubato l’estintore che era sul treno, e imbrattamento di cose altrui, per aver deturpato la carrozza di cui era ospite. Il pm aveva chiesto tre mesi in più di carcere. L’imputato, difeso dall’avvocato Sonia Pernini, era presente in udienza e ha sempre rigettato ogni contestazione, sostenendo di non aver mai svuotato l’estintore dentro la carrozza. Sarebbe stato uno scambio di persona a portarlo in tribunale. Il vandalismo era avvenuto alla stazione ferroviaria di Genga. Il battibecco con l’addetto di Trenitalia, in quel frangente fuori servizio, qualche fermata prima. Stando a quanto ricostruito dalla procura, il controllore si era avvicinato all’imputato perché quest’ultimo aveva aperto il finestrino.
Pensando che stesse per accendere la sigaretta, aveva ricordato al passeggere che dentro il treno è assolutamente vietato fumare. A quel punto, stando a quanto emerso in udienza, il 28enne aveva detto: «Ora ti faccio vedere io come fumo». Tempo un paio di fermate e la vendetta del ragazzo redarguito si sarebbe compiuta con un piano ad hoc. Ecco la sequenza contestata dalla pubblica accusa: all’arrivo del regionale alla stazione di Genga, il ragazzo si sarebbe alzato dal sedile per prendere un estintore. Una volta sceso dal treno si sarebbe messo davanti al finestrino aperto nei minuti precedenti per svuotare il contenuto della bombola all’interno del convoglio.
Il 28enne era stato denunciato qualche giorno dopo l’atto vandalico a seguito delle indagini portate avanti dalla Polfer. A incastrare il giovane, la testimonianza di un dipendente Trenitalia che lo avrebbe visto sulla banchina della stazione con l’estintore in mano. L’imputato, che doveva scendere a Genga perché lì lo aspettava il padre, ha negato la paternità del gesto, ma anche l’aver aperto il finestrino per fumare. Soffrendo di claustrofobia avrebbe cercato di far entrare più aria nel treno aprendo il piccolo spiraglio che si trova nei regionali. Le motivazioni della sentenza saranno leggibili entro trenta giorni. Dopodiché, la difesa valuterà il ricorso in appello per smontare il verdetto di primo grado. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico