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GENGA - Indagini geologiche in corso sulla parete da dove, mercoledì mattina, si è staccato l’imponente lastrone di roccia, piombato sulla strada che taglia la Gola di Frasassi. Nessuno si sbilancia sul tempo che richiederà la sua messa in sicurezza. È prassi, ogni volta che c’è un distacco, aspettare il report di geologi, ingegneri e rocciatori. Finché non forniscono rapporti analitici sulla dinamica, sui rischi della parete, sul come intervenire, non si parla di data di riapertura.
Tuttavia quest’anno, a differenza delle altre chiusure per distacco di massi, c’è una novità.
Comunque, se non ci sono problemi per il complesso ipogeo. Il parcheggio, la biglietteria e l’entrata alle Grotte sono dall’altra parte del tratto chiuso per frana, sul lato viabilità, invece, i disagi sono enormi. Il che impensierisce sempre più i sindaci di Genga e Sassoferrato, Marco Filipponi e Maurizio Greci. La Gola di Frasassi è il passaggio più veloce per raggiungere la SS76, l’Ancona-Perugia ed è l’asse strategico per la viabilità dei pendolari e anche delle attività economiche.
La deviazione impone alle automobili di passare per Cerqueto e Pierosara e ai mezzi pesanti di passare dalla strada per Collegiglioni e dunque di raggiungere Fabriano. Una situazione che sarà ancora più complessa con la chiusura della provinciale che collega Sassoferrato a Fabriano per lavori sui due ponti. Lavori che dovrebbero iniziare verso il 15 di settembre e sono programmati per 7 mesi. Il che, di nuovo, rende la Pedemontana l’unica soluzione.
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Corriere Adriatico