In lacrime per Marinella, ostetrica con il sorriso. Aveva 37 anni, lascia due bimbe

In lacrime per Marinella, ostetrica con il sorriso. Aveva 37 anni, lascia due bimbe
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FILOTTRANO - Un altro lutto per la comunità di Filottrano. Un destino crudele ha strappato a questo mondo una donna che la vita l’ha sempre vista nascere. Lei, che ha aiutato a venire al mondo centinaia di bimbi con la dolcezza della mamma e la mano esperta dell’ostetrica, non c’è più. Volata in cielo in punta di piedi, con quel sorriso che nessuno dimenticherà, Marinella Capotondo, sconfitta da un male contro cui ha lottato strenuamente. Aveva solo 37 anni e una vita tutta da vivere con il marito Mauro Pacetti e le due bimbe frutto del loro amore.


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Aveva coraggio da vendere, Marinella. Fino a due mesi fa ha continuato ad andare a lavorare, nonostante la malattia ne avesse messo a dura prova il fisico. Il Salesi era la sua seconda casa. Dopo gli studi, aveva fatto esperienza a Recanati e a Villa Igea, fino ad approdare all’ospedale pediatrico di Ancona: da anni lavorava nella clinica di Ostetricia e Ginecologia diretto dal professor Andrea Ciavattini. Era un’ostetrica apprezzata e stimata dai colleghi. La sua era una vocazione. L’amava profondamente, e amava i bambini, il compagno, le figlie, la vita. Nel calvario ha dimostrato la forza di una leonessa: non ha mai perso la fede, la voglia di combattere, la dignità. Originaria di Castelfidardo, viveva con la famiglia a Filottrano dove tutta la comunità la piange.


Sui social i ricordi scorrono come lacrime. «Mi hai insegnato a muovere i primi passi come ostetrica, affiancandomi per sei mesi - scrive Sara, una collega -. Dove tutto ancora non aveva un vero volto amico, il tuo sorriso e la tua profonda dolcezza sono stati un porto sicuro. Non ti ho mai ringraziata abbastanza per ciò che mi hai trasmesso. Non mi hai insegnato solo a prendere vene e preparare la terapia: mi hai insegnato ad essere. Maestra inconsapevole, senza chiacchiere, ma con l’esempio. Con la tua anima pura, così finemente accordata con le note della gentilezza e dell’umiltà. Non è giusto. Spero almeno che esista davvero quel posto speciale dove vanno le persone come te, perché te ne meriti davvero ogni centimetro, di quell’immenso». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico