Tocca il seno a una donna al bar «L’ho fatto per sbaglio, mi scuso»

Tocca il seno a una donna al bar «L’ho fatto per sbaglio, mi scuso»
FALCONARA - «Non le ho toccato il seno. Se l’ho fatto, è stato un gesto accidentale di cui mi scuso. Non sono di certo un maniaco sessuale». Davanti al...

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FALCONARA - «Non le ho toccato il seno. Se l’ho fatto, è stato un gesto accidentale di cui mi scuso. Non sono di certo un maniaco sessuale». Davanti al gip si è difeso in questa maniera il 40enne arrestato mercoledì pomeriggio dai carabinieri dopo aver palpato le parti intime di una donna all’interno di un bar di Castelferretti. Parole che devono aver convinto il giudice Antonella Marrone che, dopo aver convalidato l’arresto, ha rimesso l’uomo in libertà. È stato tenuto conto anche di un fattore: il 40enne, un operaio residente a Chiaravalle, è affetto da disturbi psichici, tanto da essere seguito da un amministratore di sostegno. Nonostante questo, durante l’udienza a porte chiuse tenutasi ieri mattina in tribunale, ha ripercorso in maniera lucida i fatti accaduti al bar. E di una cosa è certo: «Non sono un violentatore».


Secondo quanto raccontato dalla vittima, una falconarese di 40 anni, l’uomo le si era avvicinato mentre lei stava pagando il conto alla cassa. Ad aspettarla fuori, c’era la figlia. All’improvviso sarebbe scattata la palpata hot. Poi, l’inizio di un parapiglia, lei pronta a difendersi e lui intento a capire cosa fosse successo. Nel caos, lui avrebbe cercato di scagliarle un pugno in pieno volto, fortunatamente non andato a buon fine. La zuffa tra i due, culminata all’interno di un locale pieno di clienti, sarebbe terminata solo con l’intervento del barman. Una volta corso fuori – ha raccontato il 40enne – sarebbe incappato nelle ire della figlia della donna molestata. La ragazza ha cercato di trattenerlo, lui si è divincolato sferrandole una serie di schiaffi per cui è stato redatto un referto del pronto soccorso. Legittima difesa, quindi. L’arresto era avvenuto dopo due ore di ricerche da parte dei militari, aiutati dall’identikit fornito dalle vittime e dalla trascrizione della targa dell’auto su cui l’operaio era fuggito. «Il mio non è stato un gesto volontario» ha detto in riferimento alla toccatina. «In ogni caso, chiedo scusa». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico