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FALCONARA Giovane madre di origini nordafricane rinchiusa dentro casa dal marito connazionale per cinque anni. Si ribella al suo carceriere ed i Carabinieri la portano in salvo con i figli in una casa rifugio.
La vicenda si è consumata tra le mura domestiche di quella che, apparentemente, pareva essere una comunissima ed onesta famiglia di origini nordafricane, in Italia da oltre 5 anni.
Fino a quando non ha deciso di confidarsi chattando con un’amica del suo paese che, man mano, l’ha convinta ad uscire allo scoperto. Così ieri mattina, dopo l’ennesimo litigio, quando si è vista persino colpire alla testa con il proprio cellulare – mandato in frantumi dal marito per aver scoperto l’esistenza di quelle conversazioni “ribelli” – la donna è scappata via di casa ed ha chiamato i Carabinieri con il cellulare di un passante, cercando con molta difficoltà di farsi comprendere.
La prigionia della donna è stata così interrotta dall’intervento dei Carabinieri della Tenenza di Falconara Marittima che hanno potuto avvalersi della preziosissima collaborazione offerta dal personale sanitario coadiuvato dalla dr.ssa Susanna Contucci (Primario del Pronto Soccorso di Ancona Torrette da sempre in prima linea contro la violenza di genere).
All’esito degli accertamenti medici previsti per il protocollo delle vittime di violenza, la donna è stata dimessa in buona salute ed accompagnata dai militari presso la sua abitazione, dove ha preso con sé i due minori per essere con loro collocata all’interno di una casa rifugio, grazie anche all’impegno dei Servizio Sociale del Comune di Falconara Marittima, che ha curato tutti gli adempimenti amministrativi del caso. A carico dell’uomo si ipotizza l’accusa del reato di maltrattamenti in famiglia. Per la donna sarà forse l’inizio di una nuova vita. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico