Falconara, revenge porn e botte alla moglie: «Ti sfregio la faccia». Condannato a otto anni

Falconara, revenge porn e botte alla moglie: «Ti sfregio la faccia». Condannato a otto anni
FALCONARA La vita domestica tramutata in un inferno. Tra botte, minacce, abusi sessuali e pure il revenge porn, con la pubblicazione social delle foto intime della moglie. Nei...

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FALCONARA La vita domestica tramutata in un inferno. Tra botte, minacce, abusi sessuali e pure il revenge porn, con la pubblicazione social delle foto intime della moglie. Nei confronti dell’uomo, un operaio bengalese di 41 anni, il collegio penale ha inflitto ieri pomeriggio una maxi condanna: otto anni di reclusione. Doveva rispondere di lesioni personali, violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, detenzione di materiale pedopornografico e revenge porn. L’ormai ex moglie, 27enne anche lei bengalese, era parte civile con l’avvocato Alessandro Calogiuri e riceverà una provvisionale di 15mila euro. 

 


La denuncia

Era stata lei stessa a denunciare i fatti nell’estate del 2019, venendo poi collocata in una struttura protetta per tenerla lontana dal marito orco. Alle forze dell’ordine aveva raccontato delle vessazioni subite tra le mura domestiche, quando viveva con il 41enne a Falconara. L’uomo, secondo la descrizione della vittima, avrebbe incarnato il prototipo di marito-padrone, tra insulti, minacce, botte e umiliazioni. «Ora ti taglio il viso, così non ti sentirai più bella e nessun uomo ti potrà più guardare» le avrebbe detto lui, dandole anche della prostituta e puntandole in un’occasione un coltello contro. C’è anche, per quanto riguarda l’accusa di lesioni, un referto medico con una prognosi di 25 giorni. Risale al luglio del 2019: per la procura, in quel frangente, l’imputato aveva violentemente percosso la donna, con calci e schiaffi al viso. La 26enne sarebbe stata anche raggiunta da una raffica di pugni al torace e trascinata per i capelli sul pavimento. L’ospedale di Torrette aveva diagnosticato un trauma toracico e contusioni multiple. Nell’inferno denunciato dalla donna ci sarebbero state anche plurime violenze sessuali.

Costretta a rapporti intimi

Stando all’accusa, l’uomo l’avrebbe costretta a rapporti intimi sotto minaccia costante: «Se non fai sesso con me diffondo quelle foto», in riferimento ai dei file intimi riferibili alla donna e che, in alcuni casi, sarebbe stata costretta a produrre. Inoltre, la vittima - arrivata in Italia dopo il marito - sarebbe stata chiusa in casa: «Ti ho portato qua per questa cosa, per usarti, non per altro, per soddisfarmi. Ti ho lasciata chiusa in casa per questo motivo». Nel cellulare dell’imputato sarebbero state anche trovate centinaia di foto pedopornografiche. Per quanto riguarda il reato di revenge porn, la procura contestava la diffusione sui social di foto sessualmente esplicite della moglie contro il suo consenso. Il 41enne, difeso dall’avvocato Pietro Sgarbi, ha sempre rigettato ogni contestazione. Lo ha fatto anche ieri, prima che il collegio si ritirasse per la sentenza. Quasi scontato il ricorso in appello.

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Corriere Adriatico