Falconara, prestito all’infermiere con tasso del 560%: famiglia rom di strozzini a processo

Falconara, prestito all’infermiere con tasso del 560%: famiglia rom di strozzini a processo
FALCONARA Gli avevano prestato 1.500 euro, ma nel giro di un mese il debito era salito a 2.200 euro con l’applicazione di un tasso d’interesse del 560%. A titolo di...

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FALCONARA Gli avevano prestato 1.500 euro, ma nel giro di un mese il debito era salito a 2.200 euro con l’applicazione di un tasso d’interesse del 560%. A titolo di garanzia, si erano fatti consegnare dalla vittima un’auto (intestata al fratello) con tanto di procura speciale alla vendita a beneficio di uno degli imputati. A scoprire i tre strozzini - un 64enne poi finito in carcere, il figlio 42enne e la figlia 35enne - tutti appartenenti ad una famiglia rom di Falconara, sono stati i poliziotti della Squadra Mobile mentre conducevano un’inchiesta su un giro di spaccio che coinvolgeva il capofamiglia e altri parenti nella zona del Piano

 


Le intercettazioni 

Grazie alle intercettazioni e a una telecamera posizionata davanti alla sua abitazione, si è scoperto che il pusher 64enne riceveva clienti (registrate almeno 27 cessioni di cocaina nei primi mesi del 2019) e fornitori, tra cui una coppia di albanesi (un 54enne e una 46enne difesi dall’avvocato Emanuele Senesi) a processo con lui per spaccio: il 13 aprile 2019 gli avrebbero ceduto mezz’etto di cocaina, ritrovata nel suo giardino all’interno di un pallone di gommapiuma. Ma nel processo incardinato al collegio penale presieduto dal giudice Francesca Grassi, il 64enne deve rispondere anche di usura ed estorsione insieme ai due figli. Proprio ascoltando una conversazione telefonica, infatti, gli investigatori hanno scoperto che i tre (assistiti dall’avvocato Alessia Bartolini) avevano prestato 1.500 euro a un infermiere di Torrette, salvo poi chiedergliene 2.200 dopo un mese.

Per essere sicuri di rientrare dal prestito, si erano fatti consegnare l’auto dalla vittima che, durante le indagini, ha collaborato con i poliziotti. Dopo che il veicolo era stato sottoposto a fermo amministrativo e l’infermiere era stato convocato dalla polizia per il dissequestro, padre e figlio - come ha confermato ieri la vittima davanti al pm Rosario Lioniello - si erano presentati all’uscita dalla questura per prelevarlo a forza e convincerlo a portare l’auto a casa loro. I tre rom inoltre l’avrebbero minacciato ripetutamente di morte per farsi riconsegnare la somma. La 35enne imputata l’avrebbe chiamato in un’occasione per informarsi sulla possibilità di sottoporsi a una rinoplastica gratis, per l’accusa a compensazione del debito maturato per il prestito. 

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Corriere Adriatico