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ANCONA La vita tra le mura domestiche per lei si sarebbe trasformata in un incubo. Agli agenti della Squadra Mobile aveva raccontato degli insulti, delle minacce e delle privazioni subite: lui le avrebbe impedito persino uscire e di parlare con altri uomini. Ma non solo: aveva denunciato di essere stata picchiata anche quando era incinta. È con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni che ieri mattina il collegio penale ha condannato un giovane rom falconaraese a scontare quattro anni di reclusione.
L’altro filone
Sotto processo c’erano anche i genitori del 26enne: sono stati assolti dal reato di stalking.
La ricostruzione
Per quanto riguarda i fatti, la vittima li aveva denunciati nel 2020 alla Squadra Mobile, riferendosi agli abusi subiti nei mesi precedenti, quando era iniziata la convivenza con il 26enne rom e i suoi genitori. «Non potevo uscire con i miei amici ed ero sempre sotto costante controllo» aveva detto, sostenendo anche di essere stata aggredita dall’ex compagno quando era incinta di tre mesi. In quell’occasione sarebbe stata schiaffeggiata e fatta rovinare a terra. Le minacce: «Tu stai zitta, parli solo quando te lo dico io, sono io l’uomo e comando» le avrebbe detto il 26enne. La donna sarebbe stata aggredita anche mente stava passeggiando con il piccolo sul lungomare di Marzocca. Per l’accusa, l’ex compagno l’aveva schiaffeggiata, gettata a terra e immobilizzata. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Stefano Gerunda e Matteo Bettin.
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