Minacce ad un pentito di ‘ndrangheta: coppia rom a processo per estorsione

Minacce ad un pentito di ‘ndrangheta: coppia rom a processo per estorsione
FALCONARA  - Avrebbero tentato di spillare denaro a un pentito della ‘Ndrangheta, dopo avergli venduto un’auto nel 2017: per questo una coppia rom di Falconara...

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FALCONARA  - Avrebbero tentato di spillare denaro a un pentito della ‘Ndrangheta, dopo avergli venduto un’auto nel 2017: per questo una coppia rom di Falconara è finita a processo con l’accusa di estorsione.

 

Dopo aver ricevuto un primo acconto da 1.500 euro, marito e moglie avrebbero chiesto gli interessi sulle altre tranche che il collaboratore di giustizia avrebbe tardato a versare per completare l’acquisto della Mitsubishi usata, trattata per un prezzo complessivo di 2.500 euro. Le richieste, sempre più pressanti, sarebbero poi scaturite in pedinamenti e minacce, anche di morte. 


Le accuse


«Se non hai i soldi vai a venderti l’oro e poi torna», sarebbe stata una delle intimidazioni formulate dalla coppia di quarantenni. «Ti facciamo fare la fine di tuo padre», gli avrebbero detto in un’altra occasione, riferendosi evidentemente ad episodi del passato legati alla malavita organizzata. Ieri nel tribunale di Ancona è stato ascoltato il collaboratore di giustizia, coperto da un paravento per tutelarne l’anonimato, visto che vive sotto protezione (dal 2017 è stato trasferito in un’altra località segreta), tant’è che tutti a Falconara lo conoscevano con un altro nome. «Quando voleva i soldi, mi faceva venire a prendere dalla moglie», ha raccontato al giudice, riferendosi alle pretese economiche dell’imputato, difeso dall’avvocato Davide Toccaceli, mentre l’avvocato Maila Catani assiste la moglie. «Hanno minacciato me, mia moglie e i miei figli», ha confermato il pentito, che conosceva la coppia per ragioni di lavoro: tramite passaparola, infatti, si era offerto per eseguire delle piccole manutenzioni nella loro abitazione.

E proprio grazie a questa nuova conoscenza, si era interessato a un’auto usata di proprietà di un loro amico. La coppia avrebbe fatto da tramite nella trattativa e si sarebbe impegnata nella riscossione della somma. La parte offesa ha riferito che, dopo aver pagato il primo acconto, avrebbe subito intimidazioni nel momento in cui ha avuto difficoltà ad eseguire gli altri versamenti, per i quali gli sarebbero stati chiesti anche gli interessi. Lui e i suoi familiari avrebbero ricevuto minacce dai presunti strozzini dall’aprile al giugno del 2017, fino a quando il trentenne non si è deciso a rivolgersi ai carabinieri per sporgere denuncia. 


La difesa


Gli avvocati degli imputati respingono ogni accusa: ritengono che non ci siano evidenze delle minacce e che, al contrario, avessero un rapporto d’amicizia con l’uomo, tant’è che era stato invitato al compleanno dei loro figli, come dimostrerebbero alcune chat. Sembrerebbe inoltre che in sede di querela non avesse rivolto alcuna accusa nei confronti della donna imputata, ma solo del marito. Ieri sono stati ascoltati alcuni testimoni della difesa, tra cui un muratore che ha sostenuto di aver maturato dei crediti nei confronti del trentenne per un carico di piastrelle mai pagate alla consegna.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico