«Ti uccido» e tenta di strangolarla: poi scappa con la bimba di 3 anni

Falconata, ex marito a processo: ha minacciato di gettare la figlia dal balcone

«Ti uccido» e tenta di strangolarla: poi scappa con la bimba di 3 anni
FALCONARA - Pugni, minacce di morte, umiliazioni continue. Una volta avrebbe tentato di strangolarla con un cavo elettrico. In un’altra circostanza le avrebbe puntato contro...

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FALCONARA - Pugni, minacce di morte, umiliazioni continue. Una volta avrebbe tentato di strangolarla con un cavo elettrico. In un’altra circostanza le avrebbe puntato contro un coltello. Il culmine l’ha raggiunto quando ha afferrato la loro figlioletta, che allora aveva 2 anni, minacciando di gettarla dal balcone. Un inferno durato due anni per una donna originaria dell’Afghanistan, ma residente a Falconara

 


Il coraggio


Un incubo finito nel momento in cui ha trovato la forza di denunciare il marito, poi arrestato dai carabinieri il 27 novembre scorso con le pesantissime accuse di maltrattamenti in famiglia, rapina, lesioni aggravate e sottrazione di minore. Ieri in tribunale si è aperto il processo a carico del 33enne, un afghano con problemi di ludopatia, nei confronti del quale il giudice per le indagini preliminari, Carlo Masini, aveva disposto a suo tempo il divieto d’avvicinamento alla moglie e alla figlia. La donna, assistita dall’avvocato Filippo Paladini, dopo due anni di maltrattamenti continui e di abituale sopraffazione, ha trovato la forza di raccontare il suo inferno ai carabinieri, intervenuti nella loro abitazione falconarese dopo l’ennesima aggressione subita, su segnalazione dei vicini spaventati dai rumori e dalle urla che arrivavano dall’appartamento accanto.

In quella notte avevano arrestato in flagranza il 33enne che poco prima - secondo l’accusa - aveva afferrato per le braccia la compagna, sbattendola con violenza contro il muro, per poi prenderla a schiaffi e colpirla con un pugno alla nuca. In preda a una collera immotivata, le avrebbe messo le mani al collo, stringendo nel tentativo di soffocarla. La poveretta avrebbe afferrato il telefono per chiedere aiuto. «Se chiami i carabinieri ti uccido!», avrebbe gridato lui, strappandole dalle mani il cellulare per scaraventarlo a terra. Uscì di casa portandosi con sé l’Iphone della moglie e la loro bambina di 3 anni. Per questo episodio gli vengono contestate la rapina e la sottrazione di minore, oltre alle lesioni aggravate. L’intervento provvidenziale dei carabinieri pose fine all’aggressione: in quella drammatica sera l’uomo fu rintracciato e ammanettato, mentre la donna fu portata al pronto soccorso di Torrette, per essere poi dimessa con 7 giorni di prognosi. 


Lo sfogo 


Dopo l’arresto del marito, la vittima ha deciso di sfogarsi con gli investigatori. E ha descritto il suo calvario, i maltrattamenti subiti dall’uomo che credeva di amare, ma che sperperava tutti i risparmi alle slot e al gioco d’azzardo. Già nel 2020 le aveva messo le mani alla gola, provando a strangolarla con un cavo elettrico. Nel giugno 2021, al culmine di una lite, avrebbe afferrato la loro bambina minacciando di gettarla dal balcone. In un altro episodio puntò il coltello contro la compagna, urlandole: «Ti ammazzo». L’apice della follia, la sera del 27 novembre scorso, con la violenta lite in casa culminata con le botte alla moglie, lasciata a terra, ferita e in lacrime, e la fuga del giovane papà con la figlioletta, poi rintracciati dai carabinieri. 
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Corriere Adriatico