Esalazioni all’Api di Falconara, processo al via. Parti civili: presentate 60 istanze

Esalazioni all Api di Falconara, processo al via. Parti civili: presentate 60 istanze
ANCONA È partito ieri mattina davanti al giudice Paola Moscaroli il processo per inquinamento ambientale per cui sono finiti a giudizio due vertici della raffineria Api di...

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ANCONA È partito ieri mattina davanti al giudice Paola Moscaroli il processo per inquinamento ambientale per cui sono finiti a giudizio due vertici della raffineria Api di Falconara: l’amministratore delegato Giancarlo Cogliati e il responsabile del settore Salute-Sicurezza-Ambiente-Qualità Giovanni Bartolini. Si è arrivati a dibattimento dopo l’indagine scaturita da segnalazioni ed esposti firmati dai cittadini a partire dal 2015. Lamentavano esalazioni e cattivi odori presenti nell’aria di Falconara.

 


Chi c’era 

In aula erano presenti alcuni cittadini, esponenti dei comitati civici e il sindaco Stefania Signorini. Il primo cittadino avevano annunciato nei giorni scorsi di voler partecipare all’udienza e così ha fatto. Anche perché l’amministrazione, sostenuta legalmente dall’avvocato Francesco De Minicis, ha presentato la richiesta per entrare formalmente nel processo come parte civile. La stessa istanza l’hanno presentata una cinquantina di cittadini, le associazioni Cittadinanza Attiva e Onda Verde, WWF Italia e Italia Nostra. Sulla legittimità delle costituzioni, il giudice si riservato, rinviando l’udienza al 2 marzo. Contestualmente, le parti hanno depositato la liste con i nomi dei testimoni da sentire nel corso del processo. 

Le accuse

I reati contestati ai due imputati sono inquinamento ambientale colposo, getto pericoloso di cose e violazioni delle prescrizioni in materia ambientale. La prima fattispecie è attribuita anche alla società falconarese. Stando all’ipotesi accusatoria supportata dal pm Paolo Gubinelli, sarebbero stati emessi nell’aria - dopo una serie di incidenti capitati all’interno dello stabilimento - «gas pericolosi ricadenti sul centro abitato di Falconara Marittima ed avvertiti dalla popolazione della zona». Inoltre, sarebbero propagate nell’aria - sempre secondo la contestazione accusatoria - delle sostanze con de valori superiori a quelli imprevisti. In questo modo, dice la procura, si sarebbe compromessa la qualità dell’aria «rendendola così anche temporaneamente inidonea a essere respirata». Sarà ora il giudice a stabilire eventuali responsabilità. La raffineria ha sempre rigettato le contestazioni mosse dalla procura, sicura di poter dimostrare l’innocenza dei suoi dipendenti. 

Le vittime

L’avvocato Monia Mancini tutela 43 cittadini: «Si tratta di difendere in una sede processuale i diritti delle persone a ambiente sano e a una qualità della vita che è stata compromessa». Il legale Francesca Petruzzo per Onda Verde e Cittadinanza Attiva: «Finalmente il processo è partito, ma rimane l’amaro in bocca per la lentezza dei tempi in cui è maturato il procedimento». All’inizio, nel 2020, c’era stata l’udienza preliminare, poi saltata per un errore procedurale: si è arrivati davanti al giudice con al citazione diretta. Gli avvocati Tommaso Rossi e Valentina Copparoni tutelano WWF e Italia Nostra: «L’auspicio è che finalmente si faccia luce su anni e anni in cui la raffineria Api ha creato un danno enorme all’ambiente, alla vita dei cittadini di Falconara e alle aspettative di rispetto della natura dei nostri consociati».

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Corriere Adriatico