«Dormo su una panchina e non mangio da giorni». Il dramma di Alessandro: «Chiedo un lavoretto e una casetta»

Il dramma di Alessandro. «Dormo su una panchina e non mangio da giorni»
FALCONARA - Alessandro dorme sulle panchine di piazza Mazzini e della stazione ferroviaria di Falconara. Ogni giorno e ogni notte per lui la vita riserva amarezze e solitudine....

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FALCONARA - Alessandro dorme sulle panchine di piazza Mazzini e della stazione ferroviaria di Falconara. Ogni giorno e ogni notte per lui la vita riserva amarezze e solitudine. Vede i treni e la gente passargli vicino e nessuno fermarsi accanto. Avrebbe bisogno di un aiuto, di una mano tesa che contribuisca a risollevarlo da una situazione di difficoltà. Anche il suo stato di salute è compromesso: il prossimo 11 agosto compirà 63 anni e il futuro gli appare senza speranze. 

 

«Non mangio da giorni - racconta Alessandro - e ho cercato di chiedere aiuto anche in Comune: volevo prendere appuntamento col sindaco ma era fuori e mi fanno parlare solo con le assistenti sociali». La situazione è precipitata nel giro di pochi mesi. «A febbraio è morta mia madre in ospedale, non mi hanno neppure avvisato che fosse morta; tre anni fa avevo perso anche la mia compagna e così sono rimasto solo. Abitavo a Villanova, in via Flaminia, ma il padrone di casa ha venduto l’abitazione e non ho più nulla».

Quello di Alessandro è un dramma della solitudine acuito dalla sofferenza e da un male di vivere che lo sta minando. «Purtroppo la depressione si è più volte affacciata nella mia vita, soffro di esaurimenti e non trovo la forza di reagire. Da metà febbraio ho dormito alla stazione di Falconara: precedentemente per un mese mi avevano ospitato alla Tenda di Abramo tra maggio e giugno ma ora sono tornato a dormire in piazza Mazzini e alla stazione. Ho paura perché in piazza c’è delinquenza». 

Alessandro chiede solo di sopravvivere con dignità. «Chiedo una sistemazione anche parti time, un lavoretto e una piccola casetta. Prima, dal 2006 al 2019, lavoravo come ausiliario all’ospedale di Torrette, facevo turni, ma da quando ho visto morire la mia compagna all’ospedale a 59 anni, la depressione mi ha assalito. Non ho l’auto e non posso dormire su una panchina».

 

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Corriere Adriatico