Pendolari dei massaggi hard alla corte delle squillo cinesi

Pendolari dei massaggi hard alla corte delle squillo cinesi
FALCONARA - Alcuni pensionati macinavano più di 70 chilometri pur di beneficiare delle prestazioni hot delle massaggiatrici cinesi. Altri, invece, arrivavano dalle zone...

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FALCONARA - Alcuni pensionati macinavano più di 70 chilometri pur di beneficiare delle prestazioni hot delle massaggiatrici cinesi. Altri, invece, arrivavano dalle zone dell’hinterland anconetano dopo aver concluso il lavoro in ufficio. In entrambi i casi, il desiderio era uno solo: evadere dalla monotonia quotidiana e spendere anche 100 euro per passare un’ora in compagnia delle belle orientali.


Si presentavano all’ingresso del centro massaggi di via Flaminia in abiti succinti e completi sexy. Una volta fatti accomodare i clienti sui lettini, bastava una parola per far scattare la prestazione hot. Un extra che faceva lievitare il prezzo pattuito fino a 50 euro. Mai clienti potevano immaginare che i soldi finissero interamente nelle mani del titolare del centro, un cinese di 42 anni residente nel Maceratese. Da lunedì, l’uomo si trova nel carcere di Montacuto dopo l’arresto dei carabinieri della Tenenza di Falconara. Secondo l’ipotesi accusatoria, per mesi avrebbe sfruttato le dipendenti della struttura di via Flaminia, favorendo la loro prostituzione. Le due donne, di 36 e 37 anni, hanno abbandonato Falconara. Forse, per cambiare definitivamente vita e lasciarsi alle spalle quello che per loro era diventato un incubo.


Da quanto rilevato dalle indagini, entrambe erano costrette a lavorare anche 12 ore al giorno. Massaggi erotici. Ecco quello che dovevano praticare ai loro clienti. Tutto quello che intascavano era destinato al 42enne. E se mancava qualche banconota all’appello, erano botte. Le maniere dure. Sul braccio di una delle due ragazze sono state trovate delle cicatrici compatibili con delle bruciature di sigarette. Il sospetto degli investigatori è che per punirla e spingerla a vendere il proprio corpo, il titolare dell’attività le abbia spento dei mozziconi addosso. Ma non solo. Tra gli effetti personali del cinese è stato trovato un passaporto di un bambino, probabilmente il figlio di una della vittime. È possibile che il presunto sfruttatore la tenesse in pugno, tenendo sequestrato il documento identificativo del piccolo. Secondo quanto riscontrato dagli inquirenti, una delle due lucciole era stata avviata al mercato a luci rosse già qualche anno fa, in strutture del Pesarese e del Maceratese. Le indagini coordinate dalla procura dorica stabiliranno se dietro possa esserci la presenza del 42enne finito in manette. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico