Alla Whirlpool la cassa agita i dipendenti: adesione massiccia allo sciopero di 4 ore

Alla Whirlpool la cassa agita i dipendenti: adesione massiccia allo sciopero di 4 ore
FABRIANO  - Sciopero alla Whirlpool, tensioni all’Elica. In queste due realtà industriali di notevole importanza per il distretto fabrianese, restano tuttora...

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FABRIANO  - Sciopero alla Whirlpool, tensioni all’Elica. In queste due realtà industriali di notevole importanza per il distretto fabrianese, restano tuttora aperte alcune problematiche, stando almeno alle ultime prese di posizione da parte delle organizzazioni sindacali del settore. Ieri, i dipendenti di Whirlpool hanno incrociato le braccia per quattro ore alla fine di ogni turno (due ore i lavoratori part-time) sia nello stabilimento di Melano sia nelle varie sedi impiegatizie, uffici centrali in primis. 

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L’astensione dal lavoro, che si aggiunge al blocco degli straordinari e ha fatto registrare anche stavolta un’adesione massiccia, era stata annunciata nei giorni scorsi da Fim, Fiom e Uilm, dopo che «la multinazionale statunitense non ha accolto – sottolineano le parti sociali – la richiesta di estendere l’erogazione, concessa in parte per 250 euro, all’intera cifra differenziale tra l’assegno di cassa e la retribuzione. L’azienda, pur confermando l’anticipo e la garanzia della maturazione dei ratei, non ha concesso l’erogazione a tutti i dipendenti di Whirlpool in cassa integrazione a zero ore, bensì solo a quelli di Napoli». 


La Rsu di Fabriano ritiene inaccettabile questo trattamento. «Pur essendo solidali con i colleghi partenopei – aggiungono Fim, Fiom e Uilm – riteniamo che i lavoratori di Fabriano debbano godere della stessa integrazione». Non tutto sembra filare liscio neanche all’Elica, nonostante le buone premesse emerse in un recente confronto tra vertici aziendali e sindacati. 


Questi ultimi l’altra sera hanno inviato alla direzione aziendale di Elica e a Confindustria una richiesta di un vertice urgente, da convocare possibilmente in presenza, «poiché – spiegano Fim, Fiom e Uilm – sono state comunicate novità sull’andamento dell’azienda che non corrispondono a quanto emerso nell’ultimo incontro di gruppo. Nello stabilimento di Mergo è ripartita la cassa integrazione, che coinvolge circa un centinaio di persone, con il rischio che si allarghi ulteriormente. Le figure escluse dalla Corporate da mesi rimangono senza ammortizzatore sociale al massimo utilizzo, senza che ci sia stato proposto alcun percorso di riqualificazione o riconversione professionale». 

 

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Corriere Adriatico