La Elica al Mise con sindacati e Regione: adesso si punta a riportare a casa le produzioni

La Elica al Mise con sindacati e Regione: adesso si punta a riportare a casa le produzioni
FABRIANO  - La vertenza Elica torna al tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Magari un po’ più tardi di quanto ipotizzato a suo tempo dallo stesso...

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FABRIANO  - La vertenza Elica torna al tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Magari un po’ più tardi di quanto ipotizzato a suo tempo dallo stesso dicastero, ma il fatto che il Mise ieri abbia fissato un nuovo vertice con l’azienda e i sindacati per il 28 settembre, alle 14, è comunque molto importante, poiché la vicenda ha ormai assunto un rilievo nazionale, per cui è a livello ministeriale che dovranno essere individuate le soluzioni più idonee per porre rimedio a una situazione oltremodo delicata che da quasi sei mesi sta generando preoccupazione a non finire in diverse centinaia di famiglie e in un vasto comprensorio. 

 


L’incontro, che forse stavolta sarà in presenza (la decisione, al riguardo, verrà presa nei prossimi giorni) e a cui potrebbero prendere parte pure rappresentanti delle istituzioni, Regione Marche in primis, fa seguito all’incontro di carattere territoriale che le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm e le Rsu di fabbrica hanno avuto più di due settimane fa con il management di Elica. Un faccia a faccia, quello tenutosi il primo settembre in Confindustria, nel corso del quale azienda e parti sociali avevano cercato di creare le condizioni per giungere a un’intesa. 


Elica si è impegnata a mantenere in Italia la produzione del piano aspirante Nikola Tesla, il suo prodotto simbolo e di punta, prevedendo di ridurre il numero degli esuberi di circa 145 persone (il piano industriale, annunciato il 31 marzo scorso e attualmente sospeso, contempla 409 esuberi sui 560 dipendenti dei due stabilimenti di Cerreto d’Esi e Mergo), e ha concordato con le organizzazioni sindacali che non procederà con licenziamenti e azioni unilaterali. Secondo Fim, Fiom e Uilm, resta ancora troppo elevato il numero delle persone che rischiano di essere escluse dal circuito produttivo, «per cui il tavolo al Mise - osservano i sindacati - sarà fondamentale per valutare gli strumenti che possono essere messi a disposizione di un progetto di reshoring, in una prospettiva di lungo periodo, a salvaguardia dell’occupazione sul territorio e del patrimonio industriale del Paese».

 

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Corriere Adriatico