Elica, delocalizzazione e 409 esuberi, l'ira dei sindacati: «Piano inaccettabile, intervenga il ministro Giorgetti»

Mobilitazione alla Elica
FABRIANO  - Sulla delicata vertenza di Elica si muovono le istituzioni. Innanzitutto, la giunta regionale, che ha già fissato un incontro con l’azienda e i...

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FABRIANO  - Sulla delicata vertenza di Elica si muovono le istituzioni. Innanzitutto, la giunta regionale, che ha già fissato un incontro con l’azienda e i sindacati per l’8 aprile, ma le parti sociali e altri soggetti coinvolti puntano a interessare della questione anche il ministero dello Sviluppo economico.

 

A rendere noto il vertice organizzato dall’amministrazione Acquaroli è Riccardo Augusto Marchetti, commissario della Lega Marche, che rimarca l’attenzione della Lega per i lavoratori e le loro famiglie. «È opportuno che Elica chiarisca alla Regione le motivazioni che l’hanno portata a pianificare questa riorganizzazione - spiega Marchetti - cosicché la giunta regionale possa intraprendere azioni concrete, volte a evitare gli effetti devastanti che la delocalizzazione potrebbe avere sul territorio fabrianese, già compromesso sul piano economico». 


In effetti, il piano strategico annunciato dall’azienda leader nella produzione di cappe aspiranti per cucina sta generando ansia e preoccupazione nel Fabrianese, dal momento che prevede 409 esuberi su 560 dipendenti dei due stabilimenti di Cerreto d’Esi e Mergo, lo spostamento del 70% delle produzioni in Polonia, la chiusura del sito produttivo cerretese e di interi reparti di quello di Mergo. Le organizzazioni sindacali di settore non ci stanno e, oltre a portare avanti con fermezza la mobilitazione attraverso presidi permanenti davanti ai due impianti in questione, si stanno muovendo con estrema decisione a livello nazionale.

I segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm, rispettivamente Massimiliano Nobis, Barbara Tibaldi e Gianluca Ficco, hanno chiesto al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti un incontro urgentissimo «per scongiurare la delocalizzazione - sottolineano le parti sociali - e l’aggravarsi delle tensioni sociali nel territorio provinciale di Ancona». Per Fim, Fiom e Uilm, «il piano di ristrutturazione presentato da Elica è inaccettabile. L’unica soluzione possibile è data dal mantenimento delle produzioni nei siti di Fabriano, Cerreto d’Esi e Mergo e dalla tutela dell’occupazione. Ci auguriamo che almeno stavolta il ministro Giorgetti risponda alle nostre richieste e si interessi delle vicende dell’industria e del lavoro, verso cui continua a ostentare la più assoluta indifferenza. Il passaggio di consegne tra il precedente Governo e l’attuale, infatti, ha rappresentato la scusa per Giorgetti per tralasciare le vertenze industriali e defilarsi in un modo che probabilmente non ha precedenti nella storia repubblicana». 


Pure Cgil, Cisl e Uil Marche definiscono il comportamento di Elica «inaccettabile e irresponsabile» e chiedono l’immediato intervento di Mise e Regione. E il capogruppo regionale del Pd Maurizio Mangialardi osserva che «la questione chiama la Regione Marche a un ruolo politico, da cui la giunta Acquaroli non può abdicare. Anzi, sono convinto che lo strettissimo legame politico tra l’ex senatore Casoli, presidente di Elica, e l’attuale amministrazione regionale, a partire dall’assessore all’Industria Mirco Carloni, che proprio di Casoli è stato assistente parlamentare, e dalla fabrianese Giorgia Latini, possa rappresentare un valore aggiunto per dare una soluzione positiva alla vertenza». 

 

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Corriere Adriatico